47 Anni. Formatasi nell’ambito delle dinamiche relazione e della ricerca dell’unita’ tra corpo e coscienza. Diplomata alla scuola quadriennale DR Dinamiche Relazionali – Torino, con il modello teorico di riferimento che nasce dall’interazione di differenti apporti filosofici, psicologici e psicoanalitici, quali la psicologia del profondo di C. G. Jung, la lettura originale di S. Montefoschi, l’approccio della psicoterapia della Gestalt. Scuola adeguata alle norme E.A.C. European Association Counseling e iscritta alla Sico. Svolge l‘attività di Counselor di dinamiche relazionali da 18 anni e si occupa di sostenere il cliente nel suo percorso di crescita personale per migliorare la qualità della propria vita e giungere ad un rinnovato equilibrio interiore. Lavora sulla prevenzione dei disagi contemporanei. Iscritta alla FAIP Federazione Associazione Italiana Psicoterapia e al Mo.PI. Movimento Psicologi Indipendenti .Collaborazione con: Alma Mater(centro interculturale delle donne), ARCI, Idea Solidale, Fondazione Dravelli (casa delle culture e delle associazioni) che si occupa di socio/culturali e accoglienza di rifugiati. Attività’ lavorativa con: Scuola Gestalt Counseling di Torino; formatrice di Tecniche di ascolto e di Role Playing nella Scuola di Counseling Dinamiche Relazionali To; laboratori di counseling all’ospedale San Giovanni antica sede all’interno del Progetto “Sotto il segno del cancro” dedicato alla salute delle donne; Interfacoltà di Torino AA 2008/2009 Laboratorio di Teatro Sociale ed Educativo.Teatro e Counselin.g Formatrice all’Università Facoltà di Scienze della Formazione. Da oltre 10 anni formatrice e supervisioni all’interno del settore dei Servizi Educativi di Torino e Ventimiglia.Socia fondatrice e Presidente dell’Associazione Salute Donna Torino che si occupa di lavorare sulla prevenzione primaria di recidive di tumori, e altre malattie, intervenendo sullo Stile di vita. All’interno della Fondazione Ariodante Fabretti è la responsabile del Progetto di Sostegno al Lutto,prima esperienza in Italia di sportello gratuito per il cittadino,e dei gruppi AMA (Auto Mutuo Aiuto) sul lutto. Formatrice dei soci attivi Coop e Ipercoop. Da più di 20 anni Erborista ed Esperta di Alimentazione.
Ti invita
alla Presentazione del
Corso di Formazione in
clicca sull'immagine ed entri nel dettaglio del Corso
I saggi dell’antichità avevano definito gli occhi come le “finestre dell’anima”, in realtà ci rivelano anche il nostro stato di salute fisica, le nostre emozioni, i nostri tratti caratteriali, la personalità e perfino i pensieri. La superficie oculare può rivelare fino a 3000 patologie e tradire le nostre emozioni ed i nostri processi mentali. Nel processo di attrazione fisica e sessuale, gli occhi svolgono una funzione di primo piano. Se qualcuno si droga ad esempio basta guardare le pupille e vedere se sono o troppo dilatate o troppo ristrette. Le persone apprendono circa il 90 per cento delle loro cognizioni attraverso l’attenta osservazione, e quindi gli occhi sono l’organo sensoriale piu importante del corpo. L’occhio ha 137.000 miliardi di ricettori.. Gli occhi contengono le immagini del corpo, della mente e rappresentano un riflesso dello spirito, con gli occhi vediamo il mondo esterno, ma se guadiamo negli occhi profondamente una persona, possiamo vedere anche il riflesso della sua anima Confucio disse “guardate negli occhi di un uomo, egli non può nascondersi”. Attraverso il nervo ottico, gli occhi sono collegati al cervello, ed è per questo che rivelano anche il nostro stato di salute sia fisica che mentale attraverso l’esame oculare ( Iridologia) si possono sia diagnosticare che prevenire le malattie. I globi oculari hanno bisogno di più zinco e di più ossigeno rispetto agli altri organi del corpo, lo stesso dicasi della vitamina C e di altre vitamine, pertanto le carenze vitaminiche che provocano il gozzo, l’itterizia,l’anemia, il diabete, l’indurimento delle arterie, ed altre patologie possono essere diagnosticate da un esame oculare. Ad esempio occhi gonfi e sporgenti, sono il sintomo di problemi alla tiroide, ipertiroidismo.
Spesso i problemi oculari dipendono da carenze alimentari, da tensioni emotive e da stress fisici.La causa principale della cataratta e del glaucoma, risiede in cattive abitudini alimentari, e per prevenirla è utile mangiare in modo sano e bilanciato, dosi adeguate di antiossidanti come la vitamina A, (carota) C, (rosa canina) E,(perle di germe di grano) LIEVITO DI BIRRA e SELENIO e ZINCO, ( si possono assumere come integrazione OLIGOELEMENTI), piante utili sono sia il germe di grano che nel lievito di birra, e mangiare molte verdure di stagione sia crude che cotte ad ogni pasto, tutti i giorni, Spesso chi soffre di depressione o di schizofrenia o di dipendenza da alcool ha anche disturbi oculari, lo stesso dicasi per persone con disturbi paranoici, intolleranti, aggressivi, maniaci oppure troppo arrendevoli. ( ricordare sempre di consultare il proprio medico)
In una relazione, gli occhi di due persone che si guardano, rivelano se c’è una disposizione alla amicizia, alla avversione, all’indifferenza o al disgusto. Il linguaggio inconscio degli occhi non tradisce mai, perchè sono controllati anche dal sistema limbico che è un segmento cerebrale che determina i nostri sentimenti e le nostre emozioni Ad esempio in natura, il Camaleonte se diventa cieco, perde la sua capacità di mutare colore e diventa di un grigio opaco per tutta la vita. Grandi maestri della storia dell’umanità hanno riconosciuto agli occhi grande importanza per la diagnosi medica e furono Confucio, Ippocrate, Gesù, Pitagora, Aristotele, Paracelso, Leonardo Da Vinci, William Blake, Emerson. Ad esempio quando i globi oculari si infossano, vuol dire che c’è una grave malattia degenerativa.. Le sopracciglia dritte denotano una natura gentile, oppure chi fissa una persona negli occhi indica inpudenza. Sopraciglia folte e cespugliose indicano astuzia . Anche il medico arabo Avicenna o il greco Galeno nel secondo secolo dopo Cristo davano grande importanza agli occhi, lo stesso i bramini, i gesuiti, i monaci tibetani, gli indiani d’America. La scienza che studia ed analizza la salute, il carattere di una persona attraverso l’iride, si chiama Iridologia.
Le IRIDI, possono essere considerate come degli schermi in miniatura che registrano in che condizioni si trovano gli organi ed i tessuti di tutto il corpo, e va il merito ad aver assurto questa diagnostica a scienza al medico omeopata ungherese Ignatz von Peczely nel diciannovesimo secolo.
Esiste anche una scienza chiamata SCLEROLOGIA, che studia la parte bianca dell’occhio, la quale muta in base al tipo di patologia. Gli occhi possono essere brillanti oppure scintillano, oppure luccicano come stelle, oppure possono essere opachi, vacui, senza espressione, tristi, freddi, duri, dolci, accattivanti. Esiste un legame tra le patologie oculari e le patologie mentali. Le persone destrimani, tendono a volgere gli occhi verso l’alto a sinistra se vogliono ricordare visivamente qualcosa, invece li volgono verso destra se vogliono costruire mentalmente una immagine visiva, oppure guardano orizzontalmente se ricordano un suono, una canzone o una frase, oppure guardano verso destra se creano suoni grazie alla loro immaginazione. Gli occhi possono diventare gonfi ed acquosi prima di una influenza, o diventano più piccoli quando siamo affaticati e stressati, se si è stanchi si tende a stropicciarsi gli occhi. Se si è in presenza di nefrite cronica, le palpebre si gonfiano e diminuiscono progresivamente le capacità visive.
Un anello di colore giallo-biancastro alla periferia dell’iride, come una sorta di sbiadimento o offuscamento dell’iride, segnala l’idurimento delle arterie, causato da un eccesso di colesterolo o di depositi mineali sulle pareti arteriose ( in questi casi consultare sempre il proprio medico) ; a livello alimentare questa condizione è data da eccesso di carni, formaggi, cioccolato o alimenti fritti.
I depositi di grasso, gialli, intorno agli occhi denotano eccesso di colesterolo. Una pressione alta viene spesso rivelata da vasi sanguigni evidenti nella sclera. Pupille di dimensioni diverse pssono preannunciare danni neurologici o circolatori.
Nella apoplessia in genere una pupilla è fortemente dilatata, se è l’occhio sinistro sarà la parte destra del cervello ad essere colpita, se è il destro sarà la parte sinistra. Se la pupilla non si contrae in presenza di troppa luce, signica che si hanno anomalie nel sistema nervoso.. Un lacuna nell’iride dell0cchio alle ore 6 denota problemi di varici
Gli occhi ci rivelano quindi i disturbi ad altri organi del corpo, occhi gialli indicano PROBLEMI DI FEGATO, occhi che si gonfiano e piangono una ALLERGIA, occhi cerchiati di scuro, che si soffre di INSONNIA,,parte inferiore dell’occhio gonfia (borse sotto gli occhi) problemi RENALI, e cosi via.
Qualche tempo fa, una persona di mezz’età che attraversava un periodo di difficoltà relazionali, mi confidò di aver assunto un Investigatore privato allo scopo di pedinare il marito e verificare alcuni sospetti. In effetti, i risultati dell’indagine furono in linea con le supposizioni, poichè fu dimostrato che questo signore si intratteneva con un’altra donna ormai da diversi mesi. Questo fu il prologo di una richiesta di aiuto che avrebbe dovuto ricostruire la coppia ormai lacerata e ricompattare le mura familiari ormai quasi del tutto franate. Nel corso dei colloqui emerse che assumere l’Investigatore era stato soltanto l’ultimo degli stratagemmi escogitati per avere conferma dei sospetti. Prima di allora, le strategie si erano contenute al puntuale controllo dei messaggini SMS e nella lettura minuziosa di alcuni appunti presi dal marito. Dal momento che i sospetti furono confermati, i colloqui iniziarono ad assumere una piega da una parte accusatoria nei confronti del marito colpevole, e dall’altra desiderosa di ottenere da parte mia, conferme e approvazioni. I fatti parlavano chiaro: questo signore aveva un’altra donna, più giovane e senza figli, e questa relazione pare durasse ormai da quasi sei mesi.
La persona che aveva chiesto il colloquio, e che con uno pseudonimo chiamerò Anna, era dunque in mezzo ad un pericoloso guado. Da una parte aveva l’idea, del tutto illusoria, della coppia “del passato” così come era stata negli anni precedenti, e il cui ricordo era ammantato di una assoluta, perfetta, rosea armonia di cui ero fortemente perplesso. Dall’altra aveva di fronte la coppia “del futuro”, la cui immagine era frammentata e lacerata da angosce e paure. Oltre a ciò, Anna era combattuta tra il bisogno di chiudere velocemente lo strappo, con un perdono rapido ed indolore che avrebbe – almeno nelle intenzioni, idealmente – riportato il marito verso il letto coniugale, e dall’altra il forte bisogno di vendetta che gli avrebbe consentito di dare finalmente sfogo alla tanta rabbia accumulata nei mesi precedenti. La confusione era quindi poi accentuata da riflessioni personali ed intime che questo evento aveva improvvisamente portato alla luce e che riguardavano il senso di fallimento personale, la ricerca di un senso da attribuire alla vita fino ad ora trascorsa, la paura della solitudine, il senso di abbandono, la ferita del tradimento, la perdita della fiducia nella vita.
Quando nel corso dei colloqui, cominciammo ad esplorare le aree dei meccanismi di difesa, cominciò ad emergere un quadro relazionale che fu particolarmente prezioso per tutto il lavoro successivo. Emerse che, dopo la nascita dei figli, il marito (descritto come una persona sensibile ed affettuosa) si era progressivamente estraniato dalla famiglia per dedicarsi pressoché integralmente alla carriera professionale. Questo investimento gli aveva fruttato non poche soddisfazioni e una crescita che nel tempo lo aveva condotto ai più alti vertici aziendali. Anna, dal canto suo, si era invece dedicata alla crescita dei tre figli e al menage familiare, svolgendo una funzione praticamente di tutto-fare. Infatti, oltre a dedicarsi ai figli, organizzava meticolosamente la giornata del marito, predisponeva accuratamente i vestiti del giorno dopo, pianificava minuziosamente i viaggi e i pranzi di lavoro, progettava con cura quasi ossessiva le vacanze, curando i più minimi dettagli fino all’itinerario, le soste, le passeggiate fotografiche, ecc. Questo stato di equilibrio era durato per diversi anni.
Poi però aveva cominciato a vacillare una prima volta, quando il primogenito raggiunse la maggiore età e scelse di studiare in una città vicina, appoggiandosi alla casa di alcuni parenti. Ma questo primo terremoto, rientrò – racconta Anna – “perché presi a dedicarmi con maggiore intensità, ai problemi scolastici del secondogenito, che ormai da tempo erano diventati sempre più gravi”. Man mano che emergevano i racconti, dagli scenari narrati lentamente cominciava a percepirsi un quadro di relazioni per quanto scrupolose, ma spesso asettiche, razionali, limitate agli aspetti logistici ed organizzativi di una famiglia numerosa. Le comunicazioni erano pressoché integralmente comprese in ciò “che bisognava fare, ciò che dovevamo fare”. Mancava del tutto la dimensione del piacere, della condivisione, del godimento reciproco. La sensazione era che mancasse proprio una “dimensione di coppia”. La coppia originaria – cominciai a proporre ad Anna – probabilmente era stata sequestrata e tradita già molto tempo prima delle fotografie scattate dall’Investigatore privato. Proposi quindi di collocare il tradimento nel momento in cui i partner avevano permesso che la Famiglia schiacciasse la Coppia, magari pensando del tutto in buona fede, che fossero essenzialmente la stessa cosa.
Man mano che il lavoro procedeva sempre più profondamente, raggiungiamo una tappa molto importante e che riguarda non tanto la coppia, quanto principalmente il vissuto personale ed intimo di Anna. Dalla storia generazionale emerge infatti che Anna è una secondogenita, nata dopo una sorella e prima di un fratello. I genitori di Anna, molto tradizionalisti, avevano sempre desiderato un maschio, e dopo la delusione della prima figlia, avevano sperato che almeno il secondo parto li avrebbe appagati. Le cure dei genitori furono quindi rivolte pressoché esclusivamente alla primogenita e alle sue aspirazioni verso la danza classica, e al terzo figlio maschio che è rimasto il cucciolone della famiglia. Anna racconta e fa emergere una quantità enorme di episodi dove denuncia la propria sostanziale invisibilità e incapacità di attrarre le attenzioni, le cure e l’amore dei genitori. “Non mi hanno fatto mai mancare nulla – riferisce – ma se devo essere sincera, tante volte che avrei avuto bisogno di loro per i miei piccoli grandi problemi, era come se non esistessi”. Ecco allora che propongo ad Anna di mettere insieme parti che solo apparentemente sembrano separate dal tempo.
Ed in effetti Anna prende coscienza che la cura e la meticolosità che poneva nell’organizzazione pressoché dell’intero universo familiare, aveva come sfondo il bisogno di essere vista ed amata. Questa consapevolezza per Anna è quasi folgorante. In un attimo riesce a vedere se stessa prima bambina con il suo vuoto affettivo e il suo legittimo desiderio di essere amata e poi quasi contemporaneamente, osservare se stessa, adulta, che curando ossessivamente ogni minimo dettaglio, è ancora lì, congelata nel medesimo atto di essere vista, riconosciuta, e finalmente apprezzata e amata. Il bisogno di controllare ogni istante della vita dei familiari aveva finito con il perdere il suo scopo originario (ottenere l’affetto) e aveva assunto quasi una vita propria, soffocando gli spazi di coppia. Il meccanismo di difesa che la proteggeva dal dolore di non essere stata amata, aveva assunto nel tempo un carattere invasivo, indiscreto, quasi petulante. Le sue continue verifiche, controlli, le ispezioni negli zaini dei ragazzi o negli orari del marito, si erano lentamente trasformate in una sorta di sorveglianza pressoché continua che impediva la libertà affettiva.
Mentre l’inconscio ferito di Anna era ancora convinto di agire per la propria protezione dal dolore, in verità finiva per ottenere paradossalmente l’effetto contrario. Questo importante passaggio, ha determinato una nuova e diversa consapevolezza di Anna, e una migliore conoscenza dei propri modelli relazionali. Di per sé tuttavia, questo “giro di boa” non aveva ancora portato nessun risultato concreto. Il lavoro successivo fu quello di allenarsi a mettere in pratica la propria nuova visione delle cose. Non fu facile quindi accettare che il proprio vuoto affettivo non dipendeva soltanto dalle assenze del marito, ma era piuttosto un elemento molto più antico, profondo e che affondava le radici addirittura nella storia familiare di Anna e nel suo vissuto intrauterino. Era già infatti sin dal concepimento che Anna aveva percepito intuitivamente che vi era un’atmosfera di non accettazione nella sua famiglia di origine: se voleva amore e attenzione sarebbe dovuta almeno nascere maschio. Prendere su se stessa il carico e la responsabilità di questa consapevolezza le fu di grande aiuto, perché le consentì in primo luogo, di uscire da un terribile circolo di autocommiserazione e di vittimismo.
Inoltre, le consentì progressivamente di lasciar-andare, di “mollare” quel senso di iper-controllo che pesava su ogni componente della famiglia. Evitare il controllo non fu per nulla facile e necessitò di diverso tempo e comprensibilmente di diversi tentativi. Anche perché Anna aveva ormai avuto la conferma del tradimento del marito, quindi una parte di sé, riteneva positiva questo strumento di difesa. Tuttavia si trattò di un allenamento che con il tempo diede risultati davvero eccellenti. Man mano che Anna riusciva ad essere meno invadente, progressivamente cresceva la sua capacità di strutturare in maniera affettiva (e non più soltanto razionale ed organizzativa) le relazioni sia con i figli che con il marito. La logistica, giorno dopo giorno, lasciava sempre più spazio alla verità dei bisogni di attenzione, di presenza, di amore, non più pretesi, ma sempre più chiesti come dono. Altro elemento che ricominciò ad emergere tra i partner fu la riapparizione della fiducia. Gli sforzi di Anna di essere sempre meno iperpresente nella vita del marito, consentivano un dialogo sempre più sincero.
Con il tempo si verificò quello che ad Anna appariva come una specie di miracolo: mentre prima, più controllava il marito illudendosi di tenerlo a sé e più questi si allontanava, man mano che accettava di non controllarlo, il marito sembrava manifestare timidi tentativi di riavvicinamento. Paradossalmente (ma solo apparentemente), mentre Anna smetteva di essere indispensabile a tutti i costi, gli altri (marito compreso) cominciavano progressivamente ad aver sempre più bisogno di lei. Non si trattava di stravaganti teoremi sull’amore, secondo i quali “se fuggi sei inseguito”, ma semmai del processo di trasformazione, ben più profondo, che Anna aveva avviato su se stessa. Invece di continuare inconsciamente a rimpiangere l’amore non ricevuto dai suoi genitori, ne aveva preso coscienza e aveva deciso di smettere di essere indispensabile per ottenerlo. Anna cominciò un nuovo e rivoluzionario cammino personale che l’ha portata a comprendere l’amore per se stessa, con enormi effetti positivi, il primo dei quali, pratico e concreto, che smettere di controllare ossessivamente ogni dettaglio della vita di tutti, le lasciava ora un’enorme quantità di tempo libero a disposizione e molte più energie e risorse.
Ma gli effetti positivi non si sono limitati a questo. Ad oggi il marito ha diminuito moltissimo i suoi famosi “straordinari”, le sue “riunioni” fino a notte fonda, e anche le sue improrogabili “trasferte fuori città” si sono ridotte a poche all’anno. I rapporti sessuali pian piano sono ripresi, ma soprattutto la qualità della vita è molto migliorata e sta ancora cambiando in meglio. Le assenze del marito si sono concretamente trasformate in piccole grandi attenzioni, in presenza, partecipazione, affetto, amore. Gli spazi progressivamente lasciati da Anna sono stati occupati dal marito, che ha finalmente detto che “… quest’anno, invece del solito mare, vorrebbe andare in montagna, in una località da scegliere assieme!”. Anna non può avere la certezza fotografica che il marito non frequenta più altre donne (perché le ho prescritto di non utilizzare più l’Investigatore), ma – riferisce – di esserne in ogni caso sicura, di averne una certezza interiore “…che non si può spiegare a parole. Me lo sento”.
Brosio ha organizzato per il mese mariano un charter per tornare in Croazia e medita di raccogliere fondi con la sua associazione benefica per costruire una struttura di accoglienza per bambini orfani. “Non sono stato né a Lourdes, né a Loreto o Fatima e neppure a Guadalupe o in Kenia – racconta-. Ma la differenza tra questi rispetto a Medjugorie è che la Vergine si trova davvero lì, si sente ovunque la sua presenza, e alla fine mi ha fatto uscire l’Ave Maria dalla bocca”.
Il giornalista intende costruire una struttura di servizio per orfani e anziani. L’obiettivo è far convivere nelle ore diurne i bambini e i vecchi abbandonati alle difficoltà della vita e alla tragedia della guerra
Firenze, 12 marzo 2009 – Un viaggio con volo charter nei Balcani, in Bosnia-Erzegovina, a Medjugorje, il paese più famoso al mondo per le apparizioni della Vergine. L’iniziativa, che sarà sostenuta dalla costituenda Associazione Olimpiadi del Cuore, avente la finalità di aiutare i bambini malati, poveri e in difficoltà in Italia e nel mondo, sarà operativamente gestita dall’Associazione Le Oasi di Maria Onlus, con sede a Roma. Il volo privato decollerà da Pisa per Spalato in Croazia.
Da Spalato i pellegrini che prenderanno parte a questa iniziativa proseguiranno il viaggio per Medjugorje in terra bosniaca. Si tratta di un percorso di circa 2 ore quasi interamente su tratto autostradale di recente realizzazione. Gli ultimi 40 km sono di strada più tortuosa che mantengono inalterato il fascino di quei luoghi selvaggi e poveri che la Nostra Signora Madre ha scelto per alleviare la sofferenza del mondo.
Lo scopo del viaggio è duplice: da un lato si tratta di educare la nostra anima al richiamo di Cristo, di purificarla, dall’altro di contribuire con una devoluzione al centro di accoglienza di Suor Cornelia per costruire una struttura di servizio per orfani e anziani.
In pratica si tratta di far convivere nelle ore diurne i bambini e i vecchi abbandonati alle difficoltà della vita e alla tragedia della guerra. In questo modo regaleremo un sogno agli anziani e ai bimbi. Questi bambini sono il frutto delle violenze e degli stupri delle terribili guerre dei Balcani. Questi angeli sono stati ripudiati da tutti per la vergogna di quegli atti drammatici.
Per compiere questa missione i passeggeri del volo dovranno tassativamente pagare oltre alla cifra prevista per il pacchetto di viaggio di 4 giorni anche un ulteriore esborso a titolo di beneficenza.
A bordo dell’aereo è prevista la partecipazione di fotografi, cineoperatori, cameramen e giornalisti che daranno testimonianza di questo viaggio a tutti, per ricordare che a Medjugorje la Madonna prega per la sofferenza degli uomini di questa terra.
Video: Paolo Brosio, giornalista e showman, trova la fede a Medjugorje. Ecco l’intervista condotta da Claudio Brachino nel corso della trasmissione “Mattino 5″ del 2 marzo 2009. In collegamento esterno il giornalista Antonio Socci.
quante mani in questo mondo….di diversi colori è vero…
se solo si potesse stringerle tutte insieme…se…
Autore: Armando Bottaro
Anatomia della Pace
Siamo portati a credere che chi si trova in una situazione di conflitto con gli altri voglia risolvere la questione. Certamente è così. I genitori di figli problematici vogliono porre fine alle liti in famiglia.
Chi lavora sotto capi tirannici vuole che la tirannia finisca. I cittadini dei paesi più deboli vogliono essere trattati con rispetto. E così via. Le persone vogliono soluzioni.
Ma, fateci caso, in ogni situazione si crede che la soluzione migliore sia che gli altri cambino.
Dovrebbe dunque sorprenderci il fatto che i conflitti perdurino nel tempo e che i problemi rimangano?
E se in quelle situazioni ciò che vogliamo maggiormente non fosse trovare una soluzione?
Se i conflitti a casa, al lavoro o nel mondo scaturissero tutti da un’origine comune?
E se, individualmente o in gruppo, sistematicamente non riuscissimo ad individuarne la causa e senza volerlo alimentassimo quei problemi che ci impegniamo a risolvere?
Queste sono alcune delle importanti questioni trattate in Anatomia della Pace. Attraverso l’avvincente storia di alcuni genitori alle prese con figli difficili e con problemi che stanno distruggendo la loro vita, due ex acerrimi nemici ci insegnano come si possa ritrovare la pace in ogni situazione di “guerra”. Yusuf al-Falah, un arabo, e Avi Rozen, un ebreo, hanno entrambi perso il padre per mano degli esponenti dell’etnia opposta. Anatomia della Pace racconta come essi siano riusciti a trovare un punto di incontro, come riescano ad aiutare genitori e figli in contrasto tra loro a riunirsi, come anche noi possiamo trovare una via d’uscita ai conflitti in cui siamo intrappolati.
“Ma,” potreste dire, “famiglia, lavoro e conflitti mondiali sono questioni completamente diverse tra loro. Poche famiglie e aziende conducono le loro battaglie interne facendo uso di artiglieria e carri armati.” È vero. Ma non tutte le armi hanno come bersaglio il corpo. Guardatevi attorno. Non è difficile trovare vittime di situazioni familiari e lavorative. Astio, invidia, indifferenza e risentimento sono caratteristiche comuni di tutte le guerre che si scatenano nel cuore dei membri di una famiglia, dei vicini, dei colleghi, e di quelli che una volta ci erano amici. Se non riusciamo a trovare un modo per raggiungere la pace in queste relazioni, che speranza abbiamo che la possano trovare i paesi in guerra tra loro?
Per quelli che non hanno letto il precedente libro, Leadership e Autoinganno, Anatomia della Pace si pone come opera a sé, la scoperta di un corpo di idee che fanno riflettere e che ci indicano la strada verso la pace in ogni tipo di rapporto. Quelli che hanno letto Leadership e Autoinganno conoscono già che cosa sia l’autoinganno (problema che consiste nel non essere coscienti di avere un problema) e sanno come questo influisca su tutto il resto. Non si meraviglieranno, quindi, nel riscontrare che alcune di quelle problematiche sono presenti anche in Anatomia della Pace, né nell’apprendere come tali questioni giochino un ruolo fondamentale nei conflitti in famiglia, al lavoro e tra i paesi nel mondo. Riconosceranno anche uno dei personaggi chiave di Leadership e Autoinganno, Lou Herbert: Anatomia della Pace si svolge nel periodo in cui Lou scopre per la prima volta le idee che porteranno la sua famiglia e la sua azienda a trasformarsi.
Mentre Leadership e Autoinganno si focalizzava sulle dinamiche tipiche dei posti di lavoro, Anatomia della Pace prende in esame le sorprendenti implicazioni di quelle idee, come queste abbiano il potere di renderci liberi in ogni aspetto della nostra vita. Inoltre, mentre Leadership e Autoinganno propone una soluzione al proprio autoinganno, Anatomia della Pace va oltre, esplorando il modo in cui quella soluzione può essere estesa agli altri.
Sebbene alcune delle storie del libro siano ispirate a fatti realmente accaduti, nessuno dei personaggi o delle organizzazioni descritte si riferisce a una persona o un’organizzazione specifica. Sotto molti aspetti, questi personaggi rappresentano tutti noi. Hanno in comune con noi punti di forza e debolezze, speranze e disperazione. Come noi sono in cerca di una soluzione a quei problemi che ci opprimono. Essi sono noi, e noi siamo loro. È per questo che quello che scoprono ci offre una speranza. Perché speranza? Perché i nostri problemi, come i loro, non sono ciò che sembrano. E questo è per noi una sfida e un’occasione allo stesso tempo.
“Profondo … coinvolgente … ricco di riflessioni profonde. Non potrei consigliare libro migliore di questo.”
– Stephen R. Covey
Leadership e Autoinganno introduce il lettore ad un nuovo concetto del pensiero organizzativo. Infatti dimostra come i problemi, che tipicamente impediscono alle organizzazioni di raggiungere gli obiettivi prefissati, sono diretta conseguenza di un problema poco conosciuto, chiamato “autoinganno.”
Secondo gli autori, le persone che si autoingannano, nella vita come nel lavoro, sono intrappolate in una scatola. Incapaci di vedere la realtà che li circonda, queste persone limitano la capacità di raggiungere risultati – sia quella loro che quella degli altri. Il problema è che, essendo chiusi nella scatola, non si rendono conto di indebolire tale capacità.
Come Leadership e Autoinganno dimostra, questo fenomeno accade di frequente nelle organizzazioni. La maggior parte delle persone spende molto tempo rinchiusa nella propria scatola e la moltiplicazione di tali scatole è alla radice della maggior parte dei problemi che impediscono alle organizzazioni di raggiungere i propri obiettivi – stiamo parlando di problemi di leadership, di lavoro di gruppo, di comunicazione, di senso di responsabilità, di fiducia, d’impegno e di motivazione.
La notizia positiva è che c’è una soluzione all’autoinganno e ai problemi costosi che ne derivano. Attraverso una storia divertente ed istruttiva, Leadership e Autoinganno spiega cos’è l’autoinganno, come le persone vi si rinchiudono, come demolisce la capacità delle organizzazioni di raggiungere risultati – e ciò che più conta, illustra la sorprendente soluzione al problema.
“Dopo aver ricoperto per decenni posizioni di leadership in dirigenze aziendali, ho trovato finalmente nel materiale di Arbinger il modo più efficace per migliorare tutte le misure di successo alle quali si possa pensare. Questo libro ci insegna il modo per migliorare le performance aziendali aumentando la soddisfazione di ogni individuo nel proprio lavoro.” – Bruce L. Christensen, ex Presidente ed Amministratore Delegato, PBS
“Da quando ho partecipato ad un seminario di Arbinger, non posso più pensare alla leadership o alla vita come ero solito. I contenuti sono rilevanti ed originali. Questo libro è un’ottima introduzione ai concetti innovativi di Arbinger. Mi è piaciuto moltissimo.”
– Robert C. Gay, Managing Director, Bain Capital
“Ho condiviso le idee di questo libro con la mia famiglia e i miei amici. I concetti sono sorprendenti. Sono fondamentali per raggiungere il successo nel campo sportivo, professionale, e forse molto più importante, familiare. Leggete questo libro e capirete cosa voglio dire.”
– Steve Young, per due volte M.V.P. della NFL
L’ISTITUTO ARBINGER è una società di consulenza di direzione aziendale, di formazione del personale e un consorzio di ricerca che include persone specializzate in direzione aziendale, legge, economia, psicologia, filosofia ed educazione. Insieme, i membri di ARBINGER si applicano per sviluppare le implicazioni dell’autoinganno e la sua soluzione a tutti gli aspetti della vita aziendale, organizzativa e familiare. ARBINGER ha lavorato con i leader di alcune delle maggiori aziende statunitensi come Lucent Technologies, LensCrafters, AT&T, Raytheon, US West, Compaq e 3M.
Cos’è l’AUTOINGANNO? Come demolisce le PERFORMANCE? Qual è la soluzione?
“Affascinante, stimola pensieri, è pieno d’osservazioni profonde! Questo libro è come il suono di una sveglia per tutti coloro che pensano d’essere bravi nelle relazioni interpersonali, e un imperativo per coloro i quali sanno di aver bisogno di migliorarsi. Come ho iniziato a leggerlo, non ho potuto più chiuderlo.”
– Steven C. Wheelwright, Professore, Preside Associato Harvard Business School
“Mi piace questo libro. Identifica il punto centrale di tutte le performance di un’organizzazione. Descrive come ci intrappoliamo nella scatola dell’autoinganno – e come possiamo uscirne. Mi piace tutto il materiale del gruppo Arbinger, Leadership e Autoinganno arriva nel profondo, nella nostra umanità più basilare, nel nostro modo di essere. Questo libro, come la verità in se stessa, rivela qualcosa di più ad ogni rilettura. Da leggere tutto di un fiato.”
– Doug Hauth, Vice Presidente delle Vendite, Lucent Technologies
“Conosco il gruppo Arbinger da anni. I concetti del gruppo Arbinger sono profondi, con illimitate implicazioni per le organizzazioni. Questo libro offre l’introduzione perfetta al materiale del gruppo Arbinger. è coinvolgente ed innovativo, facile da leggere e ricco d’osservazioni profonde. Non potrei consigliare libro migliore di questo.”
– Stephen R. Covey, Autore di Le Sette Abitudini delle Persone Altamente Efficaci
“Il concetto di Arbinger a proposito della ‘scatola’ – autoinganno – è completamente unico. Arbinger lo ha presentato al nostro gruppo di leader alla LensCrafters e ha avuto un impatto notevole. Questa è la chiave segreta per produttività e creatività. Fate tutto ciò che vi è possibile per avere questo libro tra le vostre mani.”
– Dave Browne, Ex Presidente ed Ex Amministratore Delegato, LensCrafters
“Non fatevi ingannare dal titolo – questo libro è per tutti. Io non posso più pensare alla mia vita nella stessa maniera.”
– Jack Anderson, Giornalista e Vincitore del Premio Pulitzer
Il Piedibus è il modo più sano, sicuro, divertente ed ecologico per
andare e tornare da scuola.
E’ un autobus umano, formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e
da due o più adulti “autisti” e “controllori”.
Il Piedibus è un progetto che nasce in Danimarca. E’ attivo in Nord Europa e negli Stati Uniti e si sta diffondendo in moltissimi altri paesi.
Anche in Italia si inizia a parlare di Piedibus. Ci sono iniziative e progetti in molte città.
Alcuni sono curati ed organizzati dai Comuni o altre Istituzioni pubbliche, come le ASL, altri ancora da singole associazioni o dalle scuole.
Alcune iniziative sono in fase di progettazione, altre in fase di sperimentazione e altre ancora sono consolidate ed in fase di sviluppo.
Internet è una ricca fonte di spunti, informazioni, documentazione su tutte quelle problematiche che stanno alla base del Piedibus.
Si discute sull’importanza di dare autonomia ai figli, di migliorare il contesto urbano, sociale e ambientale in cui vivono, di renderli protagonisti di iniziative ed esperienze.
Tutto ciò è possibile, basta solo un pizzico di buona volontà e un pò di tempo disponibile.
Lo sanno bene i genitori che hanno aderito all’iniziativa del “Piedibus“, che, già sperimentato con successo in altri Paesi Europei, rappresenta un’iniziativa concreta diretta a salvaguardare il futuro delle nuove generazioni attraverso piccoli gesti quotidiani, come appunto un nuovo modo di andare a scuola sicuro, salutare e, tra l’altro, divertente.
Il progetto prevede infatti l’accompagnamento a scuola dei bambini disposti in fila, come una sorta di “autobus umano”, sotto l’occhio vigile di due o più genitori che aprono e chiudono questo singolare trenino.
Il tutto, all’interno di un percorso casa-scuola assolutamente sicuro, con tanto di capolinea e fermate, individuato con l’aiuto dei Vigili Urbani.
Per garantire la massima sicurezza tutti i bambini indossano, inoltre, un gilet ad alta visibiità.
Insomma, un’iniziativa davvero importante:
Per fare movimento
Imparare a circolare
Esplorare il proprio quartiere
Diminuire traffico e inquinamento
Insieme per divertirsi
Bambini più allegri e sicuri di sè
Un buon esempio per tutti
Svegliarsi per bene e arrivare belli vispi a scuola
Invitiamo pertanto chiunque stia lavorando con i Piedibus e che condividono gli obiettivi di Piedibus.it a farci pervenire un articolo sulla propria iniziativa e a collaborare con noi mettendo a disposizione la propria esperienza.
Che cosa sappiamo dei bambini? In che modo la società può sostenerne lo sviluppo e la partecipazione? Siamo in grado di interagire con loro in modo corretto e di affrontarne bisogni e problemi?
Il volume descrive le nuove politiche sociali ed educative rivolte ai bambini, i principali progetti avviati per promuovere la loro partecipazione, le interazioni sociali rilevanti che li coinvolgono, analizzandone le conseguenze per la cultura complessiva della società. Lo trovi su Macrolibrarsi
Il CD Audio in questa confezione contiene due straordinarie meditazioni per i ragazzi e per i bambini, condotte da Vianna Stibal, fondatrice del Thata Healing e un canto originale dei nativi americani, con spiegazione, eseguito in versione originale da Guy Stibal.
Le meditazioni aiuteranno i bambini e gli adolescenti a risvegliare e proteggere fin da subito le loro meravigliose capacità intuitive e di guarigione.
Questa è l’era in cui tanti Bambini Arcobaleno stanno nascendo su questa terra, per riportarla verso la luce e l’amore.
I bambini arcobaleno sono sensibili ed incredibilmente intuitivi, sono nati con una saggezza infinita e con la capacità di cambiare il mondo intorno a loro.Fin dall’antichità, il mondo aspettava l’arrivo dei bambini Arcobaleno!
La meditazione è sicuramente uno strumento utile alla loro evoluzione e a quella di tutti i bambini.
Il CD Audio contiene inoltre i brani musicali di Capitanata, adatti alla meditazione per bambini.
Contenuti del CD Audio:
* Incantation Valley
* Introduzione alla Meditazione per Ragazzi
* Meditazione per Ragazzi
* Piano Cascade
* Introduzione alla meditazione per Bambini
* Meditazione per Bambini
* Puja
* Canti Indiani
* Rosengarten Bleu
* Welcome
“Vorrei condividere, con Te che leggi in questo momento la storia che di seguito Ti sottopongo, una riflessione su quanto normalmente siamo formidabili nel lamentarci per ogni difficoltà che incontriamo nel nostro cammino; ci piace piangerci addosso e dare la colpa a chicchessia per le sventure che ci capitano in continuazione invece di apprezzare tutto ciò che abbiamo dentro e fuori di noi. Per tutte le opportunità che possiamo avere e che ci sfuggono di mano per la mancanza di consapevolezza, di fiducia in noi stessi, di autostima e soprattutto di Pensiero Positivo”.
che, di primo acchito, potrebbe sembrare un esempio di tristezza e di rassegnazione. In un certo senso la situzione è questa, ma se riflettiamo un attimo su quello che fa e su come riesce a vivere (e apprezzare la vita) questa ragazza troviamo un significato davvero profondo nella sua storia. Un esempio di coraggio e determinazione quasi ineguagliabile a cui tutti dovremmo guardare com ammirazione.
Si tratta di una ragazza ora 25enne, i cui medici non hanno mai saputo spiegare il motivo per cui Jessica nacque senza nè braccia nè mani. Nessuno dei test prenatali fatti su sua madre aveva mostrato qualcosa di negativo. Ma Jessica è nata con questa rara malattia congenita, accompagnata, però, da un grandissimo spirito. Jessica ha iniziato ad usare le gambe per cose che la maggior parte di noi può fare solo con le mani. Ha imparato a mangiare,scrivere e in tutta la sua infanzia ha intrapreso attività come la danza,nuoto e ginnastica. Ha praticato Tae-Kwan-do fin dall’età di 10 e ha avuto la sua cintura nera a 14.
Non ha,incredibilmente, nessuna restrizione sulla patente di guida,pilota gli aereie riesce a digitare 25 parole al minuto.
Jessica Cox non ha mai amato farsi compatire e nemmeno questo spazio a Lei dedicato vuole assolutamente fare questo; possiamo chiederci invece: se noi avessimo solo la metà della sua voglia di vivere e del suo sorriso anche la nostra vita potrebbe cambiare!
Ecco come spesso e volentieri da una grande difficoltà avuta nella vita si possono ottenere grandi risultati.
La maggior parte di noi, se fossimo nati senza braccia, si sarebbe rassegnata ad una vita di depressione. Ma non Jessica. Lei ha sviluppato una grandissima abilità nell’uso dei suoi arti inferiori con cui fa praticamente tutto!
Incredibile! Osserviamo dalle immagini come questa creatura affronta, o meglio vive, la sua vita con gioia e serenità.
Forza, Determinazione, Coraggio, Motivazione, Atteggiamento Mentale e Pensiero Positivo hanno reso la sua vita diversa e piena di gioia.
Quando cambia il nostro Atteggiamento Mentale, cambia la nostra vita se solo lo desideriamo.
Per crescere bene fuori bisogna prima crescere bene dentro
Franco Angeli EditoreScoprirete leggendo questo libro che la vera chiave del cambiamento e della crescita professionale non è esterna a voi, ma sta dentro di voi e si chiama automotivazione.
Cosa realmente porta una persona a ingranare una marcia in più? Una nuova convinzione, un’ulteriore buona abitudine, l’acquisizione d’informazioni chiare ed efficaci? Questo sicuramente, ma ci vuole di più.
Bisogna imparare a crescere dentro per crescere fuori. Siate uno studente, un giovane che deve entrare nel mondo del lavoro, un tecnico, un dirigente, un imprenditore che vuole affermarsi, un genitore che vuole insegnare ai propri figli ad automotivarsi, un operatore sociale che deve aiutare altri a superare problemi, uno sportivo che si propone sfide ambiziose, questo libro sarà prezioso per voi.
Gli autori non si limitano a illustrarvi, con uno stile piacevole e piano, tutte le tecniche di automotivazione, ma vi aiutano concretamente a far emergere quelle dimensioni personali e professionali che vi permetteranno d’ottenere risultati maggiormente efficaci da voi stesso, dai vostri familiari e dai vostri collaboratori.
Nel volume troverete tutti gli esercizi e i metodi per sviluppare prima in voi, poi in chi vi sta accanto:
* la capacità d’analisi;
* l’autostima;
* l’equilibrio emotivo;
* il benessere psicofisico;
* e molto altro.
Non è un libro che potrete leggere passivamente, anzi dovrete contribuire voi stessi a scriverlo: rispondendo a molte domande, compilando test e questionari, stilando il vostro profilo personale. Al termine saprete esattamente quali sono le vostre risorse motivazionali inespresse e come realizzarle, per voi e per gli altri.
Un videocorso straordinario con Roberto Re per capire come trovare in noi stessi e negli altri l’origine dell’entusiasmo e della voglia di fare e imparare a governarne le dinamiche.
Tutti abbiamo vissuto l’esperienza di sentirci “motivatissimi”, di non poter sbagliare, pieni di energia e di voglia di fare. Sicuramente abbiamo sperimentato anche l’esperienza dì segno opposto, un momento in cui tutto è andato storto, in cui abbiamo ottenuto dei risultati estremamente negativi rispetto alle nostre aspettative… E abbiamo altrettanto notato questo alternarsi di stati in altre persone (collaboratori, colleghi, familiari, amici…).
Dov’è la differenza? Siamo le stesse persone o no? E dunque dovremmo dover disporre sempre delle stesse risorse. E allora come si spiega che una volta ci sentiamo motivati e altre volte scarichi e senza voglia di fare alcunché? Da dove nasce la motivazione? E’ qualcosa che “capita” o è invece possibile determinarne il livello? Qual è la forza tramante dei nostri comportamenti? Cosa ci spinge ad agire e ci da forza ed energia? Come trovare in sé la motivazione necessaria tutte le volte che vogliamo e come aiutare chi ci sta intorno a farlo?
Oshoba
Quale rapporto col denaro? Quale con il lavoro? Come si comporta un professionista zen? Scoprire le proprie risorse interiori, superare i modelli, il sistema di credenze, le abitudini che limitano la capacità di godere del proprio lavoro e di farlo al meglio. Entrare in contatto con i propri interessi esistenziali, imparare ad aiutare gli altri e ad essere aiutati da loro, rendendosi disponibili a lavorare in squadra.
Difendiamo dunque la nostra Vita ,
possiamo fare qualcosa anche per loro……
Adotta un Bambino a Distanza
Non è difficile togliere un bambino dalla strada e dalla miseria,offrirgli una casa, un letto, la sicurezza di mangiare.
L’adozione a distanza con SOS è il modo più efficace per farlo.
Perché con l’adozione a distanza dai a un bambino orfano o abbandonato una mamma SOS, la certezza di essere nutrito, curato, avviato allo studio.
Fino a quando diventa autonomo, in grado di vivere un’esistenza dignitosa.
Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
“La famiglia, “unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere” integralmente il suo ruolo nella collettività”.
Coerentemente con il modello SOS a livello internazionale, anche SOS Villaggi dei Bambini ha una politica di intervento centrata sul bambino. Questa politica è frutto di confronto interno con tutte le realtà SOS di accoglienza in Italia e a livello mondiale con tutte le organizzazioni SOS ed è coerente con i principi sanciti dalla Convenzione ONU dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
E’ periodicamente effettuato un monitoraggio del modello che coinvolge tutti gli stakeholders compresi i bambini e i giovani seguiti nei “Villaggi SOS”.
Questo modello è basato sul principio che per ogni bambino una famiglia accudente è il posto migliore in cui crescere.
L’obiettivo principale degli interventi SOS è quindi quello di prevenire la separazione dei bambini dal nucleo d’origine. Solo quando questo è inevitabile si accoglie il bambino offrendogli un’accoglienza di tipo familiare.
Due i programmi di intervento:
programmi di rafforzamento familiare
programmi di accoglienza di tipo familiare suddivisi in programmi a breve termine e programmi a medio – lungo termine.
Se vuoi conoscere dove sono attivati in Italia questi progetti clicca qui
Dal libro omonimo che ha venduto 35 milioni di copie nel mondo….lo stesso successo sta per ripetersi ora con il DVD!
Louise L. Hay continua ad ispirare ed elevare milioni di persone ogni giorno!
Louise è una terapeuta, un’insegnante, una scrittrice, un modello, una guida, una pioniera, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i veri ricercatori!
Nel film Louise L. Hay, fondatrice della Casa Editrice Hay House, coinvolge numerosi personaggi di fama internazionale come Gregg Braden, i coniugi Hicks, Wayne W. Dyer, Cheryl Richardson, Chtistane Northrup, Doreen Virtue, Mona Lisa Schulz e Leon Nacson, Gay Hendricks.
Alcuni dei migliori autori della casa editrice da lei fondata vengono intervistati e raccontano, insieme a Louise, le ragioni del suo e del loro successo.
“Ci sono molti modi per percorrere un sentiero spirituale – tante quante persone lo percorrono”
Il messaggio che Louise Hay sta diffondendo da oltre 20 anni è: cambia i tuoi pensieri, puoi cambiare la tua vita.
Molto di più di un racconto biografico della vita di Louise, con una colonna sonora indimenticabile, il film ci conduce irresistibilmente e dolcemente attraverso i sentieri della crescita spirituale
Un messaggio spirituale liberatorio, dalla grande carica umana di una donna che ha superato le difficoltà più grandi della vita!
“Siamo tutti in viaggio, che lo sappiamo o no. Siamo tutti in un viaggio per imparare come esprimere il nostro pieno potenziale in questo mondo. Molti di noi hanno imparato a vedere i propri pensieri come un riflesso del mondo esterno – un riflesso di qualcosa che ci sta accadendo. Ma come sarebbe, se l’Universo non funzionasse così?
E se invece con ogni pensiero che pensi, tu stessi creando il tuo presente e il tuo futuro?
E se tu stessi creando la storia della tua vita con ogni pensiero che ti passa per la mente proprio adesso?”
Il film si apre con l’immagine di una donna seduta in auto, bloccata nel traffico e noi siamo resi partecipi del suo dialogo interiore: Si lamenta delle sue sventure, senza mai fermarsi.
Noi spettatori viaggiamo con lei, dentro la sua testa, mentre si muove nelle prime ore del mattino.
E ci è subito chiaro che non trova nulla intorno a lei che la renda felice.
Mentre cammina sul marciapiede insieme all’altra gente, sentiamo i discorsi di tutti.
Queste persone si sfiorano l’una con l’altra catturate nel loro brontolio mentale, simile a quello della protagonista, fino a che non appare una donna, i cui pensieri sono diversi.
Sono pensieri positivi ed entusiastici!
Mentre le due donne passano, una carta cade e la nostra protagonista la raccoglie, c’è scritto:
“Io voglio cambiare”
Più la nostra eroina procede nel viaggio interiore, più il suo dialogo interno evolve.
E noi siamo testimoni partecipi di ogni rivelazione ad ogni stadio verso l’illuminazione.
Mentre percorre il suo sentiero alla scoperta di Sé, attraverso i vari CAPITOLI DEL FILM ci accompagna verso tutti gli stadi del cambiamento:
La nostra eroina viene disorientata, sfidata, lascia andare tutto e… alla fine trova se stessa lungo la via!
Questo film è un gioiello da custodire, infatti la versione che sarà distribuita è quella ampliata: Macrovideo offre in questo modo ben 3 DVD con contenuti extra di quattro ore, composti da materiali inediti che includono le interviste INTEGRALI agli autori e un sistema completo di affermazioni interattive, che potete usare da subito per iniziare a portare significativi cambiamenti nella vostra vita!
Proibiti anche per i genitori, come chiede l’Onu Ma in altri 89 Paesi sono permessi a casa e a scuola “No, non ce la faremo per il 2009”. Il countdown è partito da tempo, ma Paulo Sérgio Pinheiro è costretto a prendere atto che si allontana la fine delle sculacciate ai bambini permesse per legge. Incaricato dal segretario generale dell’Onu di preparare il rapporto sulle violenze contro i minori, nel 2006 era stato lui a fissare questo termine, che sarebbe caduto in concomitanza con il ventennale della Convenzione sui diritti dell’infanzia, l’anno prossimo. Ma convincere tutti gli Stati a vietare entro il 2009 ogni forma di correzione fisica verso i più piccoli—ceffoni di mamma e papà compresi — si è rivelata un’utopia.
«Purtroppo l’obiettivo è saltato — ammette Pinheiro al telefono da Asunción, Paraguay —.
Sono stati fatti passi avanti, ma non nella misura che speravamo».
Progressi monitorati dal nuovo rapporto internazionale «Iniziativa globale»: gli Stati che proibivano a chiunque (anche ai genitori) di mettere le mani addosso ai piccoli nel 2006 erano 16 e ora sono diventati 23 (18 europei) mentre a permettere bacchettate e altri «castighi correttivi» a scuola sono rimasti 89 Paesi (106, 3 anni fa).
Si procede dunque, ma più lentamente del previsto. A rallentare la corsa ci sono anche gli Stati Uniti, che non hanno ratificato la convenzione per i diritti dell’infanzia. Ancora oggi in 21 dei 50 Stati americani gli insegnanti possono alzare le mani: di solito colpiscono (dalle 3 alle 10 volte) il fondoschiena con il paddle, la tradizionale pala di legno piatta, lunga mezzo metro. Sono gli Stati centrali della Bible belt (la «cintura della Bibbia») americana, dove la gente s’ispira al «risparmia la verga e vizierai il bambino» (Proverbi 13-24). «I più colpiti sono gli afroamericani: sono il 17% degli alunni ma quasi il 40% di quelli percossi», racconta Alice Farmer di Human Right Watch, snocciolando i risultati dell’ultimo studio sulle pene corporali nelle scuole Usa. I maschi le prendono più delle femmine, i bambini di campagna più di quelli di città. Nel complesso i piccoli americani percossi a scuola sono scesi di un terzo in pochi anni: da 300mila nel 2002-2003 a 200mila di oggi. Indice che le maniere forti tra i banchi sono comunque destinate a scomparire. Non è invece in discussione il diritto dei genitori a schiaffi e sculacciate, permessi in tutti e cinquanta gli States.
Di tutt’altro segno la situazione al di qua dell’Oceano. In Europa le bacchettate a scuola sono praticamente scomparse. Tra gli ultimi a bandirle, la Gran Bretagna. Ora nel Vecchio Continente la nuova sfida per le associazioni dei diritti dell’infanzia è proibire anche i ceffoni dei genitori.
Nel 1979 la Svezia è stata il primo Paese al mondo a vietarle.
Seguirono Finlandia (1983), Norvegia (1987), Austria (1989). Gli ultimi arrivati sono Spagna, Cile e Costa Rica. In totale 23 Paesi. Gli altri Stati continuano a considerare sberle e sculacciate sistemi educativi efficaci, non classificabili come punizioni corporali.
Page 2
«Se usate per il bene del bambino e non come reazioni scomposte alla frustrazione e alla rabbia, possono evitare danni ben maggiori» sostiene Peter Inson, ex insegnante a Londra, giornalista e scrittore di libri per adolescenti. Lui rivendica l’utilità dello scappellotto per marcare limiti invalicabili quando le parole non bastano. Si pensi, ad esempio, al piccolo che si ostina a scavalcare la ringhiera del balcone o che picchia un amichetto. «Le proposte di mettere fuorilegge gli scapaccioni —spiega —sono avventate e destinate a mandare in confusione i genitori». Ma è proprio contro questa mentalità che combatte Pinheiro: «La cosa più sconcertante è constatare che anche nei Paesi democratici si continua ad avere un atteggiamento autoritario nei confronti dei figli. Se li picchi, dicono, è per raddrizzarli, è per il loro bene. Quello che non è più lecito sulle donne e ormai nemmeno sui cani, lo resta sui bambini».
Tra i 155 Stati che ammettono il ricorso al ceffone da parte dei genitori c’è l’Italia: una sentenza della Corte di Cassazione nel 1996 ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale ma la legge non c’è ancora. «Esiste un diritto familiare che è diverso da quello pubblico — osserva Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia —. Che un ragazzo a scuola non vada educato a scapaccioni è accettato, mentre altra cosa è quel che è ammesso tra le mura domestiche. Che lo Stato possa proibire ai genitori di punire i figli viene considerata un’indebita intrusione». Incalza Pinheiro: «A volte si ha l’impressione che il rispetto dei diritti umani si fermi di fronte alla porta di casa, e questo perché i bambini sono considerati proprietà dei loro genitori: un modo di pensare trasversale a culture e livelli sociali».
La legge britannica consente sculacciate moderate, ma non punizioni che procurino lividi, ferite e gonfiori. La proposta d’introdurre il divieto assoluto di «suonarle» ai bambini invece è stata respinta un anno fa quando da un’indagine di Downing Street è emerso che per molti genitori la disciplina si è deteriorata da quando il «bastone» è stato abolito.
«Il rimpianto verso castighi e pene corporali si spiega con il fatto che si toglie uno strumento di controllo senza sostituirlo con altri. Bisogna accompagnare il divieto con un training che insegni metodi alternativi», spiega Elda Moreno, responsabile della divisione diritti dei bambini del Consiglio d’Europa, promotore di una campagna contro le
punizioni corporali anche in ambito familiare. «Il caso della Svezia è indicativo: quando le punizioni corporali sono state vietate 30 anni fa l’80% dei genitori era contrario; oggi, dopo molti anni di supporto a famiglie e insegnanti, solo il 5% di loro le ritiene accettabili».
Anche Jo Becker di Human Right Watch insiste su questo punto: «La Svezia è un caso riuscito perché al divieto ha unito un training, in Kenya invece non è successo: a 8 anni dal divieto le punizioni corporali sono ancora in voga».
Nel mirino ci sono i governi: «Non è una questione di criminalizzare i genitori, non vogliamo mandarli in galera perché danno una sculacciata ai figli — sintetizza Pinheiro — ma chiediamo che cambi la nozione di quello che è accettabile: gli Stati non si stanno impegnando abbastanza su questo».
Núcleo de Estudos da Violência – NEV – Universidade de São Paulo – USP http://www.nevusp.org/portugues
Fornecido por Joomla!
Oscar mondadori
“Non insegnamo basandoci su regolamenti e programmi ma attingendo a quanto è vivente”
Dall’eclettico filosofo di inizio Novecento, fondatore della celebre scuola steineriana, una riflessione profonda sui metodo pedagogico.
Una teoria educativa basata sulla libera espressione delle potenzialità del bambino attraverso l’apprendimento di tutte le arti. Per formare degli individui liberi da condizionamenti in cui pensiero, cultura, sentimento e volontà cooperino in armonia. Lo trovi su Macrolibrarsi
Quello che dici e come ti comporti avrà negli anni un’influenza determinante sul modo di vivere di tuo figlio.
Dipende molto da un genitore il fatto di aver cresciuto un individuo dalla personalità instabile, oppure una persona serena e matura.
La buona notizia è che – riflettendo sui tuoi atteggiamenti e applicando le 100 regole – comincerai automaticamente a correggere tante piccole fobie e tante cattive abitudini e a introdurne invece di positive. Positive per te e soprattutto per il benessere presente e futuro dei tuoi figli.
Genitori e Figli: le Regole del Gioco è un libro in cui gli autori spiegano in maniera diretta, efficace e concreta tutto quello che può risultare controproducente nell’educazione, offrendo consigli utili per evitare errori cui si potrebbe porre rimedio solo attraverso lunghe e faticose terapie.
In questo manuale sull’educazione dei figli gli autori, basandosi sulle teorie di Bert Hellinger, analizzano l’importanza degli «ordini dell’amore» in seno al nucleo familiare e la «struttura profonda» su cui esso si basa.
Negli ordini dell’amore sono fondamentali, ad esempio, l’equilibrio tra dare e prendere, i concetti di merito e gratitudine, di colpa e perdono, il giusto modo di ripartire obblighi e responsabilità, i problemi legati all’appartenenza e all’esclusione, la parità nel rapporto di coppia, l’accettazione del proprio destino e di quello del resto della famiglia e, in particolare, il modo corretto di stringere legami e di capire quando è il momento giusto per lasciare che i figli scelgano la loro strada.
Un manuale per genitori e famiglie nuovo e originale, estremamente pratico (grazie ai numerosi esempi tratti dalla vita reale) e «pronto per l’uso».