La Felicità è contagiosa

felicita-contagiosa Il contagio della felicità così può trasmettersi.

Una ricerca americana – durata 20 anni, con 5.000 persone osservate – dimostra come la gioia passi di persona in persona di ELENA DUSI

La felicità non riesce a stare sola. Traspare dagli occhi, trasuda nelle mani, vibra nel corpo e alla fine come un virus scappa e si trasmette a chi si trova accanto. E c’è un gruppo di scienziati che ha provato a disegnare una mappa del “contagio”, chiedendo a 5mila individui, per ben vent’anni di seguito, quanto si sentissero felici, facendo il riscontro con mogli, fratelli, amici e vicini di casa. A furia di unire puntini colorati (le persone, ognuna con il suo punteggio del buon umore) si è formato sul tavolo dei ricercatori americani un disegno che sembra quello di una mano innervata da vasi sanguigni. Ogni pulsazione della felicità parte da un punto e si trasmette come un fluido lungo tutto l’organismo. Non tutto è rose e fiori, ovviamente. Anche il contagio segue le sue regole, e gli autori della ricerca “La diffusione della felicità in un’ampia rete sociale di individui”, pubblicata il 5 Dicembre 2008 sul British Medical Journal, ne hanno individuate alcune. La legge del contagio, per iniziare, non sembra funzionare fra colleghi. Il luogo di lavoro è come un cuscinetto che blocca il flusso di felicità da un individuo all’altro” spiegano James Fowler dell’università della California a San Diego e Nicolas Christakis dell’Harvard Medical School. I due (sociologo il primo, un medico specializzato nel rapporto fra umore e salute il secondo) sono gli autori di uno studio che ha scavato fra montagne di dati, interviste e fatti personali relativi a 5.124 persone negli Stati Uniti. Nonostante il successo dei gruppi su Internet – è la seconda regola del contagio – le emozioni positive non sono capaci di viaggiare né in rete né via telefono. Come un virus vero e proprio, la felicità per trasmettersi ha bisogno del contatto fisico. E questo ci riporta un po’ più indietro nella nostra scala evolutiva, ai tempi in cui la tecnologia delle comunicazioni non aveva ancora messo le ali. “Molte delle nostre emozioni si trasmettono attraverso i segnali del corpo, e il viso ha un ruolo principe in questo”, spiega Pio Ricci Bitti, che insegna psicologia all’università di Bologna e ha studiato la comunicazione dei sentimenti tra gli uomini. “

Il contagio dipende probabilmente dal meccanismo dell’empatia e dei neuroni specchio. Quando osserviamo una persona manifestare un sentimento, nel nostro cervello si attivano le stesse aree che sono “accese” in quel momento nel cervello dell’interlocutore”. Nell’ultimo decennio lo studio dei neuroni specchio – iniziato in Italia, a Parma, dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti – ha aiutato molto a spiegare come avviene la condivisione delle emozioni e come individui diversi possano entrare “in sintonia”. I detrattori di questa teoria sostengono che il meccanismo dell’empatia (negli uomini come negli animali) scatti solo quando osserviamo un altro individuo muoversi. Ma se consideriamo i gesti che una persona compie con il viso e il resto del corpo quando è felice, non è difficile completare il salto dai movimenti del corpo alle emozioni della mente. “E non solo la gioia può trasmettersi in questo modo. Pensiamo alla commozione e al pianto, quanto rapidamente invadono un gruppo di persone riunite insieme”, aggiunge Ricci Bitti. Commozione e felicità viaggiano veloci tra gli uomini. Non così avviene invece per la tristezza, che nella mappa dei ricercatori americani rimane confinata in piccoli bacini privi di emissari. A tutte le loro conclusioni, Fowler e Christakis hanno dato anche un riscontro numerico. Una persona che abbia un amico, parente o partner felice ha una probabilità di essere anch’egli soddisfatto più alta del 9 per cento rispetto alla media. Stare invece accanto a un individuo depresso fa aumentare l’umore grigio solo del 7 per cento. Ma Paolo Legrenzi, psicologo che insegna all’università Iuav di Venezia e per Il Mulino ha scritto “La felicità“, trova un carattere molto americano in questo dato, che non necessariamente ha corrispondenza sul nostro versante dell’oceano. “Oggi negli Stati Uniti la felicità ha un valore sociale positivo, mentre la tristezza non è vista di buon occhio. E questo porta gli individui depressi (ma magari sono solo malinconici) a isolarsi”. Ecco che nello studio del British Medical Journal la tristezza diventa una macchia senza ramificazioni. “Ma se pensiamo alla Germania romantica dell’800, erano piuttosto gli allegroni a doversi nascondere per non fare la figura di individui superficiali e vuoti. In quel caso avremmo avuto dei risultati completamente capovolti. L’imperatore Adriano di Marguerite Yourcenar, nonostante il suo incedere malinconico, è felice per aver raggiunto maturità ed equilibrio. E noi in Italia siamo in una posizione di mezzo. Nelle nostre soap opera per esempio non incontriamo mai protagonisti davvero felici. Ci sono problemi, complicazioni. In questo siamo un po’ più sofisticati degli statunitensi. Da noi i risultati di una ricerca sulla contagiosità della gioia darebbe risultati frastagliati”. In uno studio che è considerato il fratello minore di quello attuale e che fu pubblicato nel 1984, Fowler e Christakis misurarono che vincere 5mila dollari alla lotteria poteva aumentare le probabilità di essere molto felici del 2 per cento.

Oggi dunque – sarà anche l’effetto della crisi – trovare un amico vale molto di più che trovare un tesoro. Una persona con cui si è in sintonia, se abita nel raggio di un chilometro e mezzo da casa propria, può innalzare le chance di gioia del 25 per cento. Un po’ meno efficace, ma sempre più prezioso della lotteria, è il contributo del partner con cui si convive (più 8 per cento), mentre fratelli e sorelle (purché, come sempre, abbastanza vicini da poterci scambiare un’occhiata o un abbraccio) contribuiscono con il 14 per cento. L’uso di una contabilità così minuziosa per misurare una sensazione impalpabile come la gioia può lasciare perplessi. Ma l’introduzione di indicatori numerici, oggettivi nei limiti del possibile, nella misurazione della felicità avvenne negli anni ’70. Fowler e Christakis hanno pescato i loro dati da uno studio che era nato nel 1948 per misurare la salute cardiovascolare di un gruppo di persone (il Framingham Heart Study), e si è esteso nel corso dei decenni anche al rapporto fra cuore e buon umore. Nei questionari distribuiti ai 5mila volontari, comparivano domande come “Sei ottimista nei confronti del futuro” o “Sei felice” e “Ti senti più soddisfatto rispetto agli altri”. “Tra individui dello stesso sesso – spiega Mario Bertini, professore di psicologia della salute alla Sapienza di Roma – la diffusione dell’emozione avviene molto più rapidamente che non fra individui di sesso opposto. E nello studio si vede anche un livello di reciprocità alto: chi dà gioia, spesso la restituisce“. Il contagio della felicità, hanno notato i ricercatori americani, non è limitato al contatto diretto ma riesce a penetrare fino a tre gradi di separazione. L’amico dell’amico dell’amico di una persona sorridente, pur non sapendolo, è infatti più felice anche grazie a lei. “Qualcuno che non conosciamo e non abbiamo nemmeno mai incontrato ? conferma Fowler ? può influenzare il nostro buon umore più di cento banconote nelle nostre tasche. È incredibile quanto potere abbiano le persone che ci vivono accanto“.

(5 dicembre 2008) da Scienze e Ambiente

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Amare con tutto il cuore

Amare con tutto il cuore

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Ama il tuo partner con tutto il cuore. Anche se una sola persona non può appagare tutti i tuoi bisogni, così come tu non puoi appagare i suoi, amala incondizionatamente.

Capisci le sue esigenze, ascoltala con passione, diventa il suo migliore amico.

Non desiderare che cambi: apprezzala per quello che è e fatti apprezzare per quello che sei. Non sentirti inadeguato o insicuro! Dona calore, allegria, serenità, sicurezza e felicità alla persona che ami. Sii dolce e generoso.

Rispetta i suoi spazi. Aiutala a ritrovare le sue certezze, a credere in se stessa, a cambiare le credenze limitanti, a prendere decisioni importanti che determinino il suo futuro. L’amore è il vero potere: rispondi sempre con amore e diventerai insostituibile, irrinunciabile, avrai un valore aggiunto che ti renderà unico.

amare

Chiarite le vostre regole, in che modo volete essere amati e quale pensate che sia il significato di amare ed essere amato. E’ molto importante parlare con sincerità e saper comunicare, in quanto è sin troppo facile fraintendersi e interpretare male parole e atteggiamenti.

Entra in sintonia con il tuo partner, comprendine bisogni ed esigenze, capisci cosa la fa sentire amata e non smettere mai di farglielo capire.

Non dare mai nulla per scontato.

da http://www.autostima.net



Gregg Braden

La Guarigione Spontanea delle Credenze

Come spezzare il paradigma delle false credenze

Macro Edizioni

Questo libro è dedicato all’accettazione dell’enorme potere che è in ognuno di noi e alla consapevolezza di non essere mai a più di una credenza di distanza dal nostro più grande amore, dalla nostra più profonda guarigione e dai nostri più straordinari risultati e miracoli.

La scienza ha riconosciuto che siamo immersi in un universo plasmabile, dove ogni cosa e fenomeno, dagli atomi alle cellule e alle galassie, cambia per adeguarsi alle nostre credenze.

Ne consegue che il nostro unico limite è rappresentato dal modo in cui ognuno di noi concepisce e percepisce se stesso nell’universo di cui è co-creatore.

In queste pagine scoprirete come utilizzare l’immenso potere che deriva dalle vostre credenze, curando quelle che in passato vi hanno limitato, identificando quelle che possono far regredire la malattia dal vostro corpo, scoprendo quelle che creano nella vostra vita rapporti duraturi e capaci di nutrirvi e infine individuando quelle che portano la pace nella vostra vita, nella vostra famiglia, nella vostra comunità e nel mondo in cui vivete.

La guarigione spontanea delle credenze spiega e dimostra, in maniera chiara e completa, che siamo gli architetti e gli scultori della nostra realtà e che abbiamo il potere di guidare l’organizzazione delle particelle che compongono la materia.

Le credenze unite ai sentimenti che esse suscitano in noi sono il linguaggio dei miracoli.

Dopo il successo mondiale di La Matrix Divina, Gregg Braden ha subito raggiunto i primi posti delle classifiche con quest’opera fondamentale che ci aiuta a scoprire e realizzare le nostre passioni e aspirazioni più profonde.

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Bruce Lipton

La Biologia delle Credenze – Nuova Edizione 2007

Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula

Macro Edizioni
Vincitore del Premio Best Science Book, Best Books 2006, AwardsBruce Lipton dimostra che ciò in cui crediamo determina ciò che siamo, perciò non è il patrimonio genetico ereditato a determinare la nostra vita e la nostra salute. Si tratta di una rivoluzione della scienza e del pensiero che ci libera dalla prigionia del destino predeterminato dalla genetica. Lipton dimostra in maniera inoppugnabile che l’ambiente, i nostri pensieri e le nostre esperienze determinano ciò che siamo, il nostro corpo e ogni aspetto della nostra vita.

Se l’ambiente e il pensiero influenzano la nostra biologia, questo può cambiare le conoscenze e le esperienze vissute fino a oggi da gran parte di noi. Infatti, ognuno di noi ha le potenzialità per creare una vita piena e traboccante di ogni dono e talento, a partire da salute, gioia di vivere, amore e successo. Un libro per tutti coloro che ricercano nella scienza senza dogmi le risposte che a causa della dipendenza dagli interessi delle banche e delle multinazionali, la cultura accademica è incapace di fornire. Per chi non si accontenta della scienza ufficiale, che nasconde e manipola le informazioni, per impedirci di riconoscere le infinite potenzialità presenti nel nostro cervello e nel nostro DNA.

Bruce Lipton è un’autorità mondiale per quanto concerne i legami tra scienza e comportamento. Biologo cellulare per formazione, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell’Università del Wisconsin e si è dedicato in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University. È stato ospite di decine di programmi radiotelevisivi ed è un conferenziere di primo piano.
Lo trovi su Macrolibrarsi



Paramhansa Yogananda

Come Amare ed Essere Amati

Ananda Edizioni

Amicizia, amore, matrimonio e figli possono portare grandi gioie nella nostra vita oppure grandi sofferenze; ciò dipende da cosa ci aspettiamo dalle nostre relazioni.

Imparando a sviluppare l’amore più puro di tutti – l’amore non egoistico – riusciremo finalmente a esprimere il nostro vero amore verso gli altri, dal profondo del nostro cuore, senza paura di essere respinti.

Questo libro è una guida pratica per: espandere i confini del nostro amore; superare le cattive abitudini che compromettono la vera amicizia; scegliere il partner giusto e creare un rapporto duraturo; fare l’esperienza dell’Amore Universale dietro tutte le nostre relazioni.

Lo trovi su Macrolibrarsi

Vuoi migliorare la tua seduzione e il tuo fascino?

I Segreti della Seduzione

Report, di Giacomo Bruno

per avere In Omaggio il Report (54 pagg.) di questo Ebook

entra nell’Area Riservata dopo aver inviando un’email a sg.maggy@gmail.com

con oggetto: “I Segreti della Seduzione” e riceverai la password per l’accesso e lo scaricamento del Report

Una catena d’altruismo: “Passa il Favore” – Un Sogno per domani

sognoUna catena d’altruismo:


“Passa il Favore”

“Aderisco con convinzione e promuovo con gioia la proposta di avatar Silvia Ancordi

che si occupa di Educazione e Pedagogia, sicura che moltissimi di Voi che ora state leggendo vorrete seguirci su questa strada, siamo già in tanti, continuiamo così….”

Rivedendo il film in tv: “Un sogno per domani” ho pensato di riproporre questa catena di solidarietà. Educare all’altruismo e all’aiuto: si possono insegnare, come un gioco, ma con la responsabilità delle proprie scelte.

Una catena che non chiede soldi, non chiede di rimandare mail a chissà quante persone, di acquistare prodotti o tira in ballo santi vari. E’ tratto da un film: Trevor, ragazzino di seconda media, pensa a come si potrebbe cambiare il mondo e inventa il Passa il favore.

Se sei un insegnante di scuola, un educatore, un genitore, proponi questo compito ai tuoi alunni o figli. Poi se vuoi potrai scrivermi e dire agli altri quali siano i favori che hai fatto tu o le persone coinvolte: anche solo per dare qualche suggerimento!

sogno1Passa il favore

Il “gioco” è semplice, queste le regole originarie:

Fai 3 buone azioni ad altrettante persone secondo le regole:

1. L’azione deve essere qualcosa che aiuti veramente la persona.

2. L’azione deve essere qualcosa che la persona non possa fare da sola.

3. La persona deve impegnarsi a farlo a sua volta ad altre 3 persone.

Che ne dite di cominciare a fare anche solo favori che siano un po più impegnativi di quelli che facciamo di solito!? Certo voler cambiare la vita delle persone, può risultare difficile, già è complicato cambiare le nostre! E non è detto che l’altro accetti il nostro aiuto! Tutto questo ha un effetto amplificatore del gioco stesso. Da una persona, il favore si diffonde sempre di più, creando una vera e propria rete di amore e solidarietà. In questi giorni, parliamo di Amore, Amicizia, Fede, Rispetto, e soprattutto Pace.

Vogliamo far germogliare queste parole, o preferiamo lasciarle come semi su un terreno arido e non fertile?

Direi che si può fare che dite? Allora iniziate a pensare a chi potete aiutare che voglia e abbia bisogno del Vostro aiuto. Poi se siete soddisfatti, se volete raccontare agli altri ciò che avete fatto, potete raccontarlo su queste pagine. Non vorrete lasciare la sezione vuota?! : Vi aspetto numerosi!

http://guide.supereva.it/reiki/interventi/2006/09/267364.shtml

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“Passa il Favore” – Un Sogno per domani su bottone_facebook1

Il senso della Vita: “Ricomincio da Capo”

ricomincioIl senso della Vita: Ricomincio da Capo

Come Ti comporteresti, come reagiresti se all’improvviso dovessi vivere un giorno che si ripete sempre allo stesso modo e l’unico a saperlo sei Tu?

Questo è proprio ciò che accade a Phil Connors, interpretato da Bill Murray, nel film “Ricomincio da Capo” divertente, simpatico e con un suo significato sociale ben definito. Film intelligente, che sottende dietro la sua apparente leggerezza temi molto profondi, e interrogativi filosofici non da poco.

“Ricomincio da capo” scritto da Danny Rubin, regia di Harold Ramis. Con Bill Murray (Phil Connors), Andie MacDowell (Rita), Chris Elliott (I) (Larry), Stephen Tobolowsky (Ned Ryerson), Brian Doyle-Murray (Buster), Harold Ramis (lo psichiatra) Marita Geraghty (Nancy), Angela Paton (Mrs. Lancaster), Rick Ducommun (Gus), Rick Overton (Ralph), Robin Duke (Doris la cameriera), Carol Bivins (presentatrice), Willie Garson (Kenny, assistente di Connors), Les Podewell (il vecchio).

Regia                 Harold Ramis
Sceneggiatura   Harold Ramis, Danny Rubin
Data di uscita    1992
Genere               Commedia

La trama: Il 2 febbraio, il “giorno della marmotta” che dà il titolo al film nell’edizione originale (il titolo americano è Groundhog day), è un’istituzione statunitense celebrata nel villaggio di Punxsutawney, a nord di Pittsburgh in Pennsylvania. Ricomincio da capo inizia il 1 febbraio. Phil Connors (Bill Murray), annunciatore meteorologico per una catena televisiva che ha sede a Pittsburgh, parte alla volta di Punxsutawney per il suo quarto anno di reportage sul giorno della marmotta, una prospettiva che non lo entusiasma. Lo accompagnano il suo operatore Larry (Chris Elliott), che Connors tiranneggia e che lo ricambia con antipatia, e la sua produttrice Rita (Andie MacDowell). Rita è agli antipodi di Phil per gusti e atteggiamenti ma sembra cercare comunque in lui un lato buono. ricomincio1
L’indomani, dopo la breve diretta sul festival, in cui la marmotta vede la sua ombra, i tre ripartono per Pittsburgh ma vengono bloccati da una tempesta di neve che Connors non aveva previsto. Rientrano a Punxsutawney e vi trascorrono la notte. Connors si risveglia alle sei del mattino e si accorge subito che qualcosa non quadra: la radio trasmette esattamente le stesse voci del giorno innanzi, le stesse persone lo incontrano alla pensione e per strada, e si ritrova a raccontare in diretta l’identico festival del giorno della marmotta.

A questo punto inizia un ciclo infernale. Giorno dopo giorno, alle sei del mattino, Connors si risveglia ritrovandosi alla casella di partenza del due febbraio. Superato lo choc iniziale decide di trarre un qualche partito dalla situazione e comincia a raccogliere informazioni sugli abitanti del villaggio. Grazie a questa strategia seduce l’avvenente Nancy Taylor, svaligia un furgone per il trasporto valori, si dà alla bella vita, eccetera – episodi che naturalmente non si estendono al di là dello spazio del due febbraio. Quando però cerca di applicare i suoi piani a Rita la differenza tra i due si rivela insuperabile. Faticosamente Connors cerca di costruire la giornata perfetta, che dovrebbe culminare nella seduzione di Rita, ma inesorabilmente si scontra con il bisogno di sincerità della ragazza che intuisce la macchinosità dei suoi tentativi.

Dopo alcuni tentativi di suicidio del tutto inutili perché Phil continua a svegliarsi la mattina del due febbraio, l’uomo diventa sempre più affabile affabile con Rita e Larry. Si dà alla scultura di statue di ghiaccio. Decide di dedicarsi agli studi. Inizia a seguire un corso di pianoforte. Ne seguiamo i progressi. Conosciamo un Connors buono, che si dispera per non riuscire a salvare un pover’uomo che pare condannato a morire un due di febbraio e che finisce con l’accettare che alcune cose non possono venir comunque cambiate nel giorno che egli vorrebbe perfetto.

Nell’ultimo giorno della marmotta Connors compie una serie di buone azioni che gli permettono di guadagnare l’affetto degli abitanti di Punxsutawney e l’ammirazione di Rita che lungi dal trovarlo insopportabile lo compra all’asta degli scapoli. L’amore infine conquistato lo libera dalla ripetizione; il risveglio al tre febbraio porta con sé l’accettazione del destino: Connors vuole vivere a Punxsutawney.

“È già ieri” :Remake italiano del più riuscito film americano Ricomincio da capo

“Ricomincio da Natale”: copia del magnifico Giorno della marmotta traspostato nel periodo natalizio.

La morale:

Se non ci fosse domani, non ci sarebbero conseguenze e cattivi risvegli. È la morale bonariamente sottoproletaria che Phil Connors fa scoprire con facile maieutica ai suoi compagni di bevuta Gus e Ralph. Se non ci sono conseguenze tutto è permesso e possiamo non star più alle regole. La morale ha un’importante dimensione metafisica. In un mondo con una struttura diversa dalla nostra – come sembra essere quello in cui è temporaneamente confinato Connors – gli atti potrebbero avere conseguenze modeste e comunque circoscritte per colui chi li compie.

Avrebbero comunque delle conseguenze, contrariamente a quanto sostiene Ralph. Connors dà qui un’ulteriore prova di cinismo, dato che le conseguenze sono circoscritte per lui e non per gli altri. Ma certo i vincoli della situazione sono più deboli per Connors, che sa che per lui non ci sarà “domani”. Il successo morale dipende in buona parte dalla fortuna morale, dal gioco di conseguenze che rendono un atto buono o cattivo, ma la situazione di Connors indica che tale successo dipende anche dalla possibilità di conoscerne le conseguenze. E Connors sa che le conseguenze dei suoi atti non saranno mai avvertite da lui. In questo senso è una creatura morale bizzarra.

La conoscenza di Connors è diversa dalla nostra. Un po’ come il pianista che ripete lo stesso pezzo per impararlo, Connors ripete la cassetta metafisica dello stesso giorno. Tuttavia la conoscenza che ne ottiene si rivela inutile là dove dovrebbe dare i frutti migliori. Nonostante egli riesca a ottenere facilmente sesso e denaro, non riesce a conquistare Rita. A Rita non interessa quello che Connors sa, e addirittura la indispone che egli sappia anticipare tutti suoi desideri. Connors è un filologo di Rita, ma la sua erudizione è totalmente inutile. A Rita interessa un certo tipo di Connors, un Connors con certe qualità. La conoscenza è inutile perché non cambia Connors.

Non nasce mai un Connors nuovo o migliore, e difatti egli si ritrova ogni giorno ad essere il Connors che era il giorno prima. Questo è il vero significato della seconda parte del film, il vero senso, incidentalmente, del ricominciare da capo. Connors spezzerà il cerchio infernale quando passerà da una conoscenza che si limita a raccogliere dati a una conoscenza che lo trasforma. Imparare a suonare il piano trasforma colui che impara perché nell’apprendimento non ci si limita a memorizzare un pezzo, ma si acquisisce una tecnica che permette la padronanza di un numero virtualmente illimitato di pezzi.

Sto prendendo il film troppo sul serio? Si potrebbe anche interpretarlo come una caricatura di un certo messaggio tipicamente ‘americano’, dell’ansia di migliorarsi, delle guide per il ‘self-improvement’ che suggeriscono, per l’appunto, di dedicarsi appassionatamente a un hobby come la scultura del ghiaccio o il pianoforte, non certo di passare cinque anni a studiare il sanscrito o la meccanica quantistica. Forzando la mano alle intenzioni dello sceneggiatore, vorrei sostenere che il film mostra quanto conti la decisione di intraprendere questo viaggio che conduce alla conoscenza, e la decisione, sempre ripetuta, di continuarlo.

Possiamo parlare qui di un valore intrinseco della conoscenza, al di là di tutti gli usi strumentali che Connors può farne: limitati alle circostanze del momento nella prima parte del film, o inseriti in un grande progetto di vita nella seconda parte.

La metafisica del film, come abbiamo visto, è particolarmente deviante. Alle sei del mattino il protagonista si muove simultaneamente su due coordinate metafisiche, tempo e universi paralleli. Il tipo di conoscenza che può ottenere e il modo in cui questa si lega all’intuizione morale per cui la conoscenza ha un valore intrinseco potrebbero semplicemente dipendere dall’artificiosità della situazione, dalla metafisica molto particolare che ci propone lo sceneggiatore. Ma il legame con il mondo reale è in agguato dietro l’angolo, e ci viene offerto già al terzo giorno. Connors chiede a Gus e Ralph che cosa accadrebbe se uno fosse condannato a vivere sempre nello stesso luogo e i giorni fossero tutti uguali e nulla fosse veramente importante. Gus osserva, sconsolato, che questa è in fondo la sua vita: “That sums it up for me”. Il mondo reale non è poi così diverso.

L’onniscienza è moralmente insufficiente in quanto non rende necessariamente migliori. Il punto di vista fuori dal tempo e l’onniscienza sono irrilevanti ai fini morali. Non dovremmo accettare consigli e leggi da un dio. Gli inventori delle religioni sembrano averlo intuito quando hanno creato i miti degli dei fattisi uomini e scesi sulla terra a prodursi in spettacoli strani che attirassero l’attenzione degli umani. Per gli umani il viaggio alla ricerca della conoscenza è l’unica cosa che sembra veramente poter contare, e su cui nessun dio ha alcunché da insegnare.

La conoscenza e persino l’onniscienza possono non aver valore se non nella contingenza delle situazioni. Non basta essere dei e a volte la compagnia di un dio è noiosa. Anzi, gli umani hanno il privilegio di potersi migliorare, ed è questo che li rende così interessanti. Ciò che sembra avere un valore intrinseco è il cammino che ci porta alla conoscenza, e la conoscenza stessa. Per trarre questa morale Ricomincio da capo ci mostra una situazione che mancava al repertorio delle tragedie classiche. Ci mostra l’epica di un dio che diventa uomo e scopre che da uomini si sta meglio.

Roberto Casati
http://www.caffeeuropa.it/attualita01/123destino-marmotta.html

Riflessione: Questo film ci riconduce ai momenti in cui proviamo dei rimpianti per azioni compiute o non compiute, parole dette o non dette …..Ti sei mai chiesto cosa faresti se oggi fosse l’ultimo giorno della tua vita?

Ti è mai capitato di vivere più esperienze allo stesso modo o meglio seguendo le stesse dinamiche e quindi ad ottenere gli stessi risultati, anche se in momenti diversi e con persone diverse?  Come mai accade questo…..




Hamilton Beazley

Basta con i Rimpianti

Essere prigionieri del passato impedisce di vivere pienamente

Red Edizioni

Tutti possiamo riuscire a liberarci dai rimpianti, semplicemente conoscendo gli strumenti spirituali e psicologici che possono aiutarci a vincerli, combattendo gli schemi mentali sbagliati ed esaminando a fondo le nostre colpe. – Individuare le varie tipologie di rimpianti e di ricordi dolorosi; – conoscere gli strumenti spirituali e psicologici che ci aiutano a vincerli; – combattere gli schemi mentali sbagliati che li alimentano; – esaminare a fondo le nostre responsabilità; – perdonare con magnanimità chi ci ha ferito e noi stessi.
Lo trovi su Macrolibrarsi



Tullio Avoledo

L’Ultimo Giorno Felice

Edizioni Ambiente

«Ma c’è una sensazione forte proprio lì, in mezzo al torace: come se al posto del cuore ci fosse un terreno scavato, da cui tutto il buono è stato portato via. E nel vuoto prosciugato di ogni valore e bellezza, è come se lì adesso ci fosse una discarica di rifiuti.»

Francesco Salvador, cinquantenne, avvocato di successo. Una domenica, insieme a moglie e figli, si imbarca per una gita sulle isole della laguna veneta. Ma non riesce a godersi la bella giornata, il cellulare squilla in continuazione, e i fili della sua vita si aggrovigliano sempre di più. Francesco ha fatto i soldi vendendo i terreni lungo il fiume comprati con il duro lavoro di suo padre. Sul letto di morte gli aveva promesso che non li avrebbe mai venduti, in realtà li ha ceduti e ora sono utilizzati come cave di ghiaia e discariche. Ne è rimasto uno solo, quello su cui abita il vecchio zio. La situazione gli è ormai sfuggita di mano e precipita nel corso della giornata…

Un romanzo di atmosfere e rimpianto, in cui l’ironia lucida e disperata della prosa di Avoledo racconta il progressivo deterioramento dei nostri fiumi e delle nostre vite.

Lo trovi su Macrolibrarsi

Mamma e Papà: mai più Schiaffi

schiaffo4Schiaffi ai bimbi vietati in 23 Stati

Corriere della Sera
Alessandra Muglia
16/12/2008

Proibiti anche per i genitori, come chiede l’Onu Ma in altri 89 Paesi sono permessi a casa e a scuola “No, non ce la faremo per il 2009”. Il countdown è partito da tempo, ma Paulo Sérgio Pinheiro è costretto a prendere atto che si allontana la fine delle sculacciate ai bambini permesse per legge. Incaricato dal segretario generale dell’Onu di preparare il rapporto sulle violenze contro i minori, nel 2006 era stato lui a fissare questo termine, che sarebbe caduto in concomitanza con il ventennale della Convenzione sui diritti dell’infanzia, l’anno prossimo. Ma convincere tutti gli Stati a vietare entro il 2009 ogni forma di correzione fisica verso i più piccoli—ceffoni di mamma e papà compresi — si è rivelata un’utopia.

«Purtroppo l’obiettivo è saltato — ammette Pinheiro al telefono da Asunción, Paraguay —.

Sono stati fatti passi avanti, ma non nella misura che speravamo».
Progressi monitorati dal nuovo rapporto internazionale «Iniziativa globale»: gli Stati che proibivano a chiunque (anche ai genitori) di mettere le mani addosso ai piccoli nel 2006 erano 16 e ora sono diventati 23 (18 europei) mentre a permettere bacchettate e altri «castighi correttivi» a scuola sono rimasti 89 Paesi (106, 3 anni fa).
Si procede dunque, ma più lentamente del previsto. A rallentare la corsa ci sono anche gli Stati Uniti, che non hanno ratificato la convenzione per i diritti dell’infanzia. Ancora oggi in 21 dei 50 Stati americani gli insegnanti possono alzare le mani: di solito colpiscono (dalle 3 alle 10 volte) il fondoschiena con il paddle, la tradizionale pala di legno piatta, lunga mezzo metro. Sono gli Stati centrali della Bible belt (la «cintura della Bibbia») americana, dove la gente s’ispira al «risparmia la verga e vizierai il bambino» (Proverbi 13-24).
schiaffo2«I più colpiti sono gli afroamericani: sono il 17% degli alunni ma quasi il 40% di quelli percossi», racconta Alice Farmer di Human Right Watch, snocciolando i risultati dell’ultimo studio sulle pene corporali nelle scuole Usa. I maschi le prendono più delle femmine, i bambini di campagna più di quelli di città. Nel complesso i piccoli americani percossi a scuola sono scesi di un terzo in pochi anni: da 300mila nel 2002-2003 a 200mila di oggi. Indice che le maniere forti tra i banchi sono comunque destinate a scomparire. Non è invece in discussione il diritto dei genitori a schiaffi e sculacciate, permessi in tutti e cinquanta gli States.
Di tutt’altro segno la situazione al di qua dell’Oceano. In Europa le bacchettate a scuola sono praticamente scomparse. Tra gli ultimi a bandirle, la Gran Bretagna. Ora nel Vecchio Continente la nuova sfida per le associazioni dei diritti dell’infanzia è proibire anche i ceffoni dei genitori.

schiaffoNel 1979 la Svezia è stata il primo Paese al mondo a vietarle.

Seguirono Finlandia (1983), Norvegia (1987), Austria (1989). Gli ultimi arrivati sono Spagna, Cile e Costa Rica. In totale 23 Paesi. Gli altri Stati continuano a considerare sberle e sculacciate sistemi educativi efficaci, non classificabili come punizioni corporali.

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«Se usate per il bene del bambino e non come reazioni scomposte alla frustrazione e alla rabbia, possono evitare danni ben maggiori» sostiene Peter Inson, ex insegnante a Londra, giornalista e scrittore di libri per adolescenti. Lui rivendica l’utilità dello scappellotto per marcare limiti invalicabili quando le parole non bastano. Si pensi, ad esempio, al piccolo che si ostina a scavalcare la ringhiera del balcone o che picchia un amichetto. «Le proposte di mettere fuorilegge gli scapaccioni —spiega —sono avventate e destinate a mandare in confusione i genitori».
Ma è proprio contro questa mentalità che combatte Pinheiro: «La cosa più sconcertante è constatare che anche nei Paesi democratici si continua ad avere un atteggiamento autoritario nei confronti dei figli. Se li picchi, dicono, è per raddrizzarli, è per il loro bene. Quello che non è più lecito sulle donne e ormai nemmeno sui cani, lo resta sui bambini».
Tra i 155 Stati che ammettono il ricorso al ceffone da parte dei genitori c’è l’Italia: una sentenza della Corte di Cassazione nel 1996 ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale ma la legge non c’è ancora. «Esiste un diritto familiare che è diverso da quello pubblico — osserva Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia —. Che un ragazzo a scuola non vada educato a scapaccioni è accettato, mentre altra cosa è quel che è ammesso tra le mura domestiche. Che lo Stato possa proibire ai genitori di punire i figli viene considerata un’indebita intrusione».
schiaffo1Incalza Pinheiro: «A volte si ha l’impressione che il rispetto dei diritti umani si fermi di fronte alla porta di casa, e questo perché i bambini sono considerati proprietà dei loro genitori: un modo di pensare trasversale a culture e livelli sociali».
La legge britannica consente sculacciate moderate, ma non punizioni che procurino lividi, ferite e gonfiori. La proposta d’introdurre il divieto assoluto di «suonarle» ai bambini invece è stata respinta un anno fa quando da un’indagine di Downing Street è emerso che per molti genitori la disciplina si è deteriorata da quando il «bastone» è stato abolito.
«Il rimpianto verso castighi e pene corporali si spiega con il fatto che si toglie uno strumento di controllo senza sostituirlo con altri. Bisogna accompagnare il divieto con un training che insegni metodi alternativi», spiega Elda Moreno, responsabile della divisione diritti dei bambini del Consiglio d’Europa, promotore di una campagna contro le
punizioni corporali anche in ambito familiare.

«Il caso della Svezia è indicativo: quando le punizioni corporali sono state vietate 30 anni fa l’80% dei genitori era contrario; oggi, dopo molti anni di supporto a famiglie e insegnanti, solo il 5% di loro le ritiene accettabili».
Anche Jo Becker di Human Right Watch insiste su questo punto: «La Svezia è un caso riuscito perché al divieto ha unito un training, in Kenya invece non è successo: a 8 anni dal divieto le punizioni corporali sono ancora in voga».
Nel mirino ci sono i governi: «Non è una questione di criminalizzare i genitori, non vogliamo mandarli in galera perché danno una sculacciata ai figli — sintetizza Pinheiro — ma chiediamo che cambi la nozione di quello che è accettabile: gli Stati non si stanno impegnando abbastanza su questo».
Núcleo de Estudos da Violência – NEV – Universidade de São Paulo – USP
http://www.nevusp.org/portugues
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Produzido em: 20 December, 2008, 21:24


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