Psicologia delle Emozioni

Il Centro Raziel Padova

propone il Seminario

PSICOLOGIA

DELLE EMOZIONI

con la dott.ssa Elena Piva


Domenica 11 Aprile 2010

presso

CENTRO YOGA AILANTO

Via Vittoria 19

MIRANO (centro) – VE

Qui la mappa

Rivolto a tutti coloro che:

  • vogliono conoscere se stessi

  • imparare a gestire le proprie emozioni

  • migliorare le proprie relazioni interpersonali

Verrà inoltre introdotto il rapporto tra stati mentali e malattie psicosomatiche.

Il corso intende offrire, attraverso esempi, discussioni e attività collettive gli strumenti necessari per:

> Affrontare e gestire le situazioni di stress

> Comprendere il dolore e la sofferenza

> Superare paura, ansia, depressione

> Modificare credenze improduttive

> Accrescere il benessere emotivo

> Migliorare la qualità del sonno

> Essere protagonisti della propria vita senza subire l’influenza degli altri

> Migliorare il rapporto con il proprio corpo

> Acquisire maggiore sicurezza in se stessi

ARTICOLAZIONI DEL CORSO

INCONTRO UNICO di una giornata che tratta i seguenti argomenti:

MATTINO

  • Le EMOZIONI: aspetti fisiologici, comportamentali e cognitivi

  • Lo sviluppo emotivo nella crescita dell’individuo

  • Il rapporto tra pensiero e reazione emotiva

  • Le emozioni fondamentali: identificare e conoscere le proprie

  • I pensieri inadeguati che minano il nostro benessere

  • Acquisire un nuovo sistema di interpretazione degli eventi

POMERIGGIO

  • Accenni di psico-somatica: un viaggio a partire dall’inconscio

  • Il teatro del corpo: un palcoscenico di emozioni

In questa seconda parte dell’incontro si sperimenteranno:

tecniche immaginative, di rilassamento ed esercizi collettivi

per i quali è consigliato un abbigliamento comodo;

In questa sede, lo spazio è decisamente caldo ed accogliente,

ingrediente indispensabile per consentire ai partecipanti di sentirsi immediatamente a proprio agio

e di percepire l’energia ottimale a beneficio degli obiettivi proposti.

Il centro Ailanto è dotato di tutto l’occorrente per lo svolgimento degli esercizi.

Chi ritiene può portarsi un telo o plaid per alcuni esercizi di rilassamento a terra

ed un foulard o bandana per un esercizio molto interessante.


IL SEMINARIO SI TERRA’

DOMENICA 11 APRILE

dalle 9.30 alle 13 e

dalle 14.30 alle 18.30

con intervalli per lunch e break

PROMOZIONE: 5 ISCRIZIONI + 1 OMAGGIO ovvero verrà riservata la partecipazione OMAGGIO, allo stesso Seminario, per chi si prenota ed iscrive oltre a se stesso, altre 5 persone.

Info: Sonia Maggy Guerra sg.maggy@gmail.com tel. +39 340 7969041

Letture Consigliate

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Essere Se Stessi

Essere Se Stessi

essereSono così stanca di portare la maschera, mio Dio, eppure di questa maschera non riesco a liberarmi. Troppo spesso di dentro sono molto diversa di come appaio fuori. Temo di non essere capita, di non essere accettata se mi dimostro debole. Temo di restare tutta sola col mio modo di vedere gli uomini e le cose. Mi fa paura la durezza di coloro che danno giudizi avventati. Tu sai che in molte cose non sono quella che il mondo crede che io sia. Se mi nascondo acquisto un poco di sicurezza, ma resto isolata. Talvolta mi chiedo se io stessa non mi giudichi in modo sbagliato. A volte recito una parte e sono io il mio stesso pubblico. Dove sono sincera? Dove recito? Spesso non lo so nemmeno io. Tu mi stai a guardare, mio Dio. Tu mi conosci. Davanti a te posso sciorinare senza riguardi tutto ciò che mi agita dentro. Da te sono capita in partenza. Sono accettata in partenza. Sono preziosa ai tuoi occhi, anche se io stessa mi giudico una nullità. Io sono un tuo pensiero. Fa’ che io impari a vedermi nello specchio del tuo volto.

(un pensiero di Anonima) http://www.ilritorno.it/es/eshtml/esv/esv2.htm

“Essere”

Più che preoccuparci di Essere qualcuno nella vita o di Essere se stessi quando non sappiamo neppure com’è essere noi stessi, vediamo di “Essere” _ punto _ perchè complicarci la vita a ragionare mentalmente su ogni aspetto o esperienza che ci accingiamo ad intraprendere. La nostra mente spesso prevale sul nostro inconscio, sul nostro sentire più profondo e quindi pensa di sapere cosa sia essere me stesso, proietta un’immagine di noi stessi, quella condizionata dalla nostra cultura, dall’educazione ricevuta, dall’esperienza vissuta.

Proviamo per un attimo ad immaginare di uscire da questo ” me stesso” e parlare con la creatura divina che è in noi; quella tanto piccola da essere dimenticata dalla nostra mente troppo ingombra di pensieri e  tanto grande da essere incondizionata ed illuminata, quella creatura che nulla ha sperimentato come la nostra mente e il nostro corpo, come il bambino appena nato e la lasciassimo esprimensi e, perchè no, decidere con la consapevolezza della sua dività, cosa accadrebbe? Sarebbe tutto più semplice e naturale. Spesso “I principali nemici di noi stessi siamo proprio Noi Stessi“.

Sonia Maggy

La Libertà di Essere Se Stessi – Bio Vacanza

Colmare i vuoti esistenziali

Annienta la sofferenza: Accetta Ciò che Accade

La libertà del cuore

La libertà del cuore – Parte II

Gli Scherzi della Mente: La vita è così…

Il Pianto: l’essenza dell’emozione

Il Pianto: l’essenza dell’emozione


pianto1

La ghiandola lacrimale permette agli occhi di muoversi liberamente, senza attrito, restando costantemente puliti. In essa risiede dunque, per analogia, la libertà di guardare senza pregiudizi e la capacità di rinnovare le proprie idee rispetto alla realtà che ci circonda. Sia fisicamente che mentalmente, l’uomo ha infatti bisogno di uno sguardo che non si fissi sulle solite cose, ma che sia dinamico e aperto al cambiamento. E la ghiandola lacrimale, nella sua funzione di consentire l’apertura e la chiusura degli occhi, esprime propriamente la capacità di passare da uno sguardo/atteggiamento introspettivo a uno rivolto verso l’esterno e viceversa; può dunque raccontarci qualcosa riguardo al rapporto tra l’inconscio e la coscienza.
È perciò fondamentale cogliere appieno il significato simbolico delle lacrime: esse rappresentano il distillato della vita emotivo-affettiva.

Il pianto esprime l’essenza dell’emozione che si sta vivendo: dolore, commozione, piacere, spavento. Tuttavia, anche il pianto apparentemente privo di motivazione concreta è significativo: segnala che il cervello, di tanto in tanto, ha bisogno di secernere questa essenza per “lavar via” dalla mente pensieri, emozioni, ricordi tristi, dolori… che rischierebbero di intossicarlo.

Un disturbo di questa ghiandola, quindi della lacrimazione, in genere indica:
– una difficoltà a guardare la realtà senza giudizi e modelli, come accade nella xeroftalmia, patologia che rende l’occhio più secco e i suoi movimenti più dolorosi; essa rappresenta un ostacolo nel cambiare punto di vista;
– una negazione dell’espressione di alcune forti emozioni, per esempio, la congiuntivite allergica, pur nel disagio che procura, consente alla persona un pianto che di solito viene trattenuto;
– La resistenza a liberarsi del passato, dal ricordo, dalla sofferenza: ci si è a tal punto identificati in essi, da ritenere che debbano rimanere presenze costanti della nostra vita. “Scioglierli” in lacrime… non si può.

Fonte: ” Dizionario di Psicosomatica”  Raffaele Morelli



Osho

Il Gioco delle Emozioni

Liberarsi da rabbia, paura e gelosia

Oscar mondadori

Paura, rabbia, gelosia invadono la nostra mente ogni giorno, rischiando di travolgerci, di annientare il nostro equilibrio minacciando le nostre relazioni affettive e la nostra salute. Cosa fare, dunque? Reprimere queste emozioni negative se esprimerle è così dannoso?

Osho ci indica una terza via, più fruttuosa: quella della comprensione. E per arrivare a questo importante traguardo ci ha lasciato questo testo: un libro da centellinare, tante massime su cui meditare senza fretta, parole da lasciar decantare dentro di noi, per illuminare gli angoli più nascosti della nostra psiche e risvegliare la nostra parte più compassionevole e sapiente.

Andando ben oltre la psicologia classica, il grande maestro di spiritualità ci aiuta ad acquisire strumenti in grado di generare una fonte di quiete e armonia e ci insegna a giocare con le nostre emozioni senza timori e preclusioni.

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Daniel Goleman Dalai Lama

Le Emozioni che Fanno Guarire

Conversazioni con il Dalai Lama

Oscar mondadori

Come interagiscono cervello, sistema immunitario e stati emotivi? La meditazione può produrre effetti positivi sulla salute? Quali emozioni si accompagnano a una migliore qualità della vita? In che misura le condizioni psicofisiche di un individuo traggono beneficio da una crescita dell’autostima?

In occasione degli incontri della terza Mind and Life Conference, svoltasi nel 1991 a Dharamsala, in India, alla presenza del Dalai Lama, illustri scienziati occidentali e maestri buddhisti hanno cercato di rispondere a questi e ad altri interrogativi di carattere scientifico ed etico.

Daniel Goleman ha raccolto alcuni degli interventi e dei dibattiti più significativi della conferenza.

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L’inconscio ci chiama con i disagi


L’inconscio ci chiama con i disaemergeregi


Il gioco d’azzardo ha condotto Milvia, tranquilla signora di mezza età, a sconvolgere la propria vita. Ma attraverso peripezie e dolori, la sua identità è risorta. Il “monito” interiore ha raggiunto lo scopo.

Abbiamo troppe certezze su di noi, crediamo di conoscerci, di sapere chi siamo e dove andiamo. Niente di più falso! Sentite che cosa mi racconta Milvia… «A 55 anni, quando pensavo che la mia vita fosse ormai tranquilla, ho scoperto il gioco d’azzardo. Inizialmente giocavo qualche euro alle macchinette dei bar, poi sono passata al casinò, alle slot machine, alla roulette. Nell’arco di 3-4 anni ho giocato tutti i soldi che avevo, la liquidazione di mio marito e i soldi che i miei figli mi avevano prestato, ignari di come li avrei usati e fingendo di acquistare un appartamento in campagna. Non so cosa mi sia successo, ma era più forte di me. Più mi dicevo di smetterla e più giocavo». Nella lettera Milvia mi dice che da alcuni anni, prima di cominciare col gioco, provava un senso di scontentezza, di tristezza senza motivo. «Non mi accontentavo della vita che facevo, magari avrei voluto innamorarmi. Spesso mi dicevo: che vita è questa? Poi cacciavo via i brutti pensieri. Mi ripetevo: sei una nonna, hai tutto, come puoi essere scontenta? Sa qual è il punto, caro dottor Morelli: quando giocavo io mi sentivo un’altra e anche se perdevo ero soddisfatta».

Ogni giorno ci giochiamo tutto.

Milvia ha dovuto confessare al marito e ai figli i debiti che aveva contratto, l’ipoteca che aveva acceso sulla casa del mare. «Per fortuna ci voleva anche la firma di mio marito per avere il mutuo sulla casa dove abitavamo». Quando è venuta da me non aveva più una lira, e col marito c’era stata una rottura definitiva: «Sarebbe stato meglio se avessi avuto un amante – mi diceva – piuttosto del vizio del gioco. Hai rovinato la mia vecchiaia, la mia tranquillità, che razza di donna sei? Ho vissuto 35 anni con un’estranea, con una donna che non conosco». Ad ogni seduta, io facevo sdraiare Milvia e la invitavo a immaginare un vento che spazzava via tutte le cose della sua vita. E così volavano via i mobili, gli album dei ricordi, i figli grandi, persino i nipotini. Restava sempre, in ogni “immaginata”, una pianta sconosciuta, piena di bacche rosse. Tutto volava via: gli oggetti, le persone, gli affetti, ma la sua pianta era perennemente fissa al terreno, coi suoi magnifici frutti rossi.

Un sogno rivelatore

La “sua pianta” era disinteressata a quello che lei aveva fatto, al gioco, all’essere rimasta con poco o nulla. Un giorno mi racconta un sogno: «Mi sono trovata a camminare per la città, completamente nuda, senza vestiti. Cercavo di coprirmi ma non trovavo nulla. A un certo punto nel sonno mi è sembrato di chiedermi se non mi ero giocata anche i vestiti». Il sogno è chiaro: Milvia è nuda, senza abiti, senza maschere. Forse avrebbe dovuto ascoltare per tempo quei sentimenti di tristezza, di scontentezza che accompagnano la sua esistenza. Non lo ha fatto. Ma qualcosa dentro di lei non voleva che lei facesse la vecchia pensionata, la nonna. Ed ecco arrivare il demone del gioco che ha rimesso tutto in discussione, ha appunto rimesso tutto in “gioco”. Fai posto alle forze oscure. Quando perdeva, Milvia era soddisfatta: i “personaggi artificiali” che recitava con gli altri erano svaniti. I suoi demoni le ricordavano che tutto è in gioco, che la nostra vita è sempre in gioco… Che, come dice il proverbio, non si può mai stare completamente tranquilli. La vita cambia radicalmente quando si impara che quello che conosco di me, quello che so di me, quello che mi passa per la mente non mi riguarda, non sono IO.

Quando irrompe un brutto pensiero, o un sentimento sgradevole, o un disagio io ho imparato l’arte di fare loro posto, di non ostacolarli, di non giudicarli. Le “forze oscure” che mi assalgono vogliono qualcosa da me: vogliono irrompere, vogliono trovare posto, non mi vogliono lasciare in pace. Magari mi vorrei godere la mia vita tranquilla, magari sono soddisfatto di come vivo, di quello che ho raggiunto, ma loro no, loro hanno altri progetti per me. Qualcuno dentro di me, qualcosa di nascosto e di sepolto mille piani sotto i miei ragionamenti, mi sta mandando un messaggio. Dobbiamo smetterla di chiamare disagi quelli che sono solo messaggi che l’anima ci sta inviando per farci aprire gli occhi, per farci vedere quello che le nostre certezze ci impediscono di conoscere. Milvia ha aperto gli occhi… Oggi non gioca più, ma non perché si è domata: semplicemente perché il vento l’ha portata a coltivare altri interessi, altri desideri, altre amicizie. Insomma, quell’autenticità che il demone del gioco cercava per lei.

Dott. Raffaele Morelli

http://www.riza.it/templateStampa.asp?In=3&sez=5&info=88


Luigi Cancrini

Schiavo delle Mie Brame

Storie di dipendenza da droghe, gioco d’azzardo, ossessioni di potere

Frassinelli

Il libro spiega, attraverso una serie di storie narrate, che il motivo della tossicodipendenza va cercato in un preesistente sviluppo della personalità radicato nel vissuto dell’infanzia, all’interno di uno specifico sistema familiare. I vissuti raccontati hanno il potere descrittivo di farci riconoscere i sintomi e la forza, o debolezza, della possibile terapia risolutrice.

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Ann Gadd

Le Cattive Abitudini che non Riusciamo a Perdere

Quando il nostro comportamento diventa la spia del nostro disagio interiore

Armenia

Perdere le chiavi, rimandare gli impegni, mangiare le unghie, russare, arrivare sempre in ritardo, fumare venti sigarette al giorno… sono solo alcuni dei comportamenti comuni a molte persone. Talvolta però gli individui in questione nemmeno si accorgono di avere queste «brutte» abitudini, che danno sicuramente un sollievo temporaneo dall’ansia, ma che a lungo andare possono risultare irritanti o dannose.

Il libro offre delle spiegazioni sul perché ci comportiamo in un determinato modo e illustra come liberarsi degli atteggiamenti compulsivi e reiterati. Spesso, infatti, un comportamento inconscio è una manifestazione fisica di uno stato emotivo di disagio psichico, una dimostrazione che si è spezzato il nostro equilibrio interiore e che sussistono dei problemi. Analizzando un’abitudine possiamo capire perché ci stiamo precludendo la possibilità di essere delle persone sane e felici.

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Concezione psicosomatica della malattia: OMEOSTASI E FORZE RISANATRICI NATURALI

omeostasiL’Omeostasi e le Forze Risanatrici Naturali


Nella concezione psicosomatica della malattia, l’ammalarsi e il guarire rappresentano gli eventi estremi di un processo interno di auto-organizzazione dell’organismo, detto “omeostasi”. Quando i meccanismi omeostatici, che permettono all’organismo di mantenersi in equilibrio, vengono alterati, si ha l’evento malattia, così come lo stato di salute è il frutto di un automatismo omeostatico, i cui fini meccanismi di regolazione biologica non sono percepibili dalla coscienza perché avvengono nell’inconscio corporeo.

L’uomo moderno pretenderebbe di risolvere rapidamente ogni malattia con medicinali specifici, evitando così di dedicarsi alla ricerca delle “cause” dei propri squilibri interni e demandando ai farmaci funzioni che l’organismo potrebbe svolgere in maniera autonoma o al massimo con l’ausilio di medicamenti blandi (ovviamente esulano da questo discorso condizioni gravi e pericolose come traumi o infezioni dovute ad agenti virali esterni aggressivi e mortali).

La malattia fa parte della vita e l’arte della guarigione fonda le sue basi nella capacità di essere consapevoli di quali eventi, piccoli o grandi, hanno alterato l’equilibrio della nostra unità psicosomatica: i farmaci possono agire sui sintomi nel breve termine, ma nel lungo periodo è necessario prendere consapevolezza dei ritmi, dei tempi, dei bisogni, delle pulsioni e dei possibili stati conflittuali del nostro corpo, della nostra mente, della nostra vita, di noi stessi.

da Enciclopedia Microsoft Encarta:

lemma: “Ippocrate di Cos (enciclopedia vers. CD)

Articoli collegati:



Riccardo ForlaniLa Medicina delle Cause

Manuale di terapie naturali applicate alla psiconeuroendocrino-immunologia. Per capire la medicina biologica e preventiva

Akros Edizioni

Al di là dell’aspetto prettamente farmacologico, La Medicina delle Cause trasmette un’etica rinnovata del rapporto medico-paziente, invitando ad adottare un punto di vista più globale nell’approccio all’individuo malato; inoltre sollecita il recupero di un ruolo attivo da parte dei pazienti, nella conservazione del proprio stato di salute.La Medicina delle Cause è rivolto a chiunque voglia riappropriarsi della gestione del proprio benessere psico-fisico, comprendendo a fondo i vantaggi di una filosofia della medicina che mira all’individuazione delle cause che hanno provocato la perdita dello stato di salute, ma anche a medici e professionisti della salute che vogliano allargare l’orizzonte delle proprie conoscenze, apprendendo nuovi strumenti terapeutici e nuovi spunti di approfondimento professionale.

La prima parte si concentra sul concetto di omeostasi biologica e pone in evidenza come la malattia sia una perturbazione del perfetto equilibrio biochimico ed energetico che intercorre tra i diversi apparati del nostro organismo.

La seconda parte analizza varie modalità di intervento terapeutico, alternative a quelle della medicina ufficiale, tra cui l’omeopatia, l’omotossicologia la fitoterapia e l’oligometalloterapia, che possono costituire utili strumenti di cura in tutte le fasi prelesionali.

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Rudolf KutzliIl Creativo Disegno di Forme
Natura e Cultura

Il fondamentale lavoro di Rudolf Kutzli sul disegno di forme rappresenta una raccolta di esercizi esposti secondo gradualità in cui viene mostrato un percorso che può essere seguito da tutti coloro che cercano uno stimolo alla propria attività interiore, indipendentemente da qualsiasi attitudine o conoscenza preliminare.

Questa sequenza di esercizi conduce ad un processo di attivazione che porta allo schiudersi delle forze creative sopite in ogni essere umano. Il disegno di forme fortifica il centro del nostro essere, l'”Io”, di fronte alle tendenze che lo minacciano costantemente spingendolo verso un pensiero sclerotizzato, verso crampi e desertificazioni dell’anima, verso l’apatia o l’assenza di guida nella sfera della volontà.

In un’epoca in cui tutto concorre alla paralisi della forza che apporta motivazione, al disseccamento dell’anima, in un’epoca i cui anti-ritmi minacciano di farci ammalare, un allenamento come questo può essere una sorgente di forze risanatrici, vitalizzanti e animicamente attivanti.
Nel settembre del 1919 Rudolf Steiner fondò la prima scuola Waldorf (scuola “steineriana”), basata su una nuova pedagogia, ovvero su un metodo d’insegnamento ispirato alla ricerca di una nuova “conoscenza dell’uomo” (Antroposofia). Nel programma di tale scuola Steiner introdusse due nuove materie, entrambe incentrate sulla forma e il movimento: l’euritmia e il disegno di forme.

Il disegno di forme parla al compositore ritmico nella nostra interiorità che unisce in armonia il formare e lo sciogliere, l’impulso e la quiete, il cosmico e il terrestre, rafforzando la forza del centro.

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