Come salvare il domani?

COME SALVARE IL DOMANI?


GENITORI E NONNI INSIEME:

IL SAPERE DELL’ESPERIENZA”

GIORNATA DI STUDIO E RIFLESSIONE


23 OTTOBRE 2010

“Mese del Nonno”

Presso Sala Filarmonica – P.zza Vittoria 10

Comune di Camposampiero PD

h. 14:30 – 18:00

Patrocinato dal Comune di Camposampiero

Temi di studio:

“Cosa serve a un FIGLIO per CRESCERE”

“Cosa serve a noi ADULTI per COMPRENDERE”

L’esperienza è stata ideata e sarà condotta dal Gruppo Genitori e Nonni IRSEF (1)

Gruppo impegnato a promuovere e rafforzare il DIALOGO GENERAZIONALE attraverso il metodo “scuola Genitori AGe”(2)

Con la partecipazione di un NONNO EDUCATORE, Antonio Argentieri, insegnante di “umanità” nelle scuole italiane – “PREMIO NONNO SPECIALE 2009”

La vostra partecipazione è libera, ad ingresso gratuito, chiediamo gentilmente, per motivi organizzativi, la conferma al Gruppo IRSEF

Clementina 049 812275

Sonia Maggy 340 7969041 dopo le 18.00 o sg.maggy@gmail.com

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A chi è rivolto l’incontro?

A tutti i genitori/educatori/nonni/insegnanti che hanno fatto con me, allieva IRSEF in formazione Esperto in educazione di ambito familiare e Clementina Tassaone, Psicologa-Psicoterapeuta ed Esperta in educazione di ambito familiare, una esperienza di lavoro di gruppo con il ” metodo della scuola Genitori AGe ” ed anche per tutti coloro che ne hanno solo sentito parlare senza aver ancora partecipato ai corsi già svolti negli anni passati e che vogliano approfondire per comprendere in cosa consiste e come si svolge il metodo di lavoro nelle scuole genitori A.Ge.

Per gli allievi IRSEF (1) L’incontro di Sabato 23 Ottobre, entra a far parte del 2° ciclo di Formazione Esperti in Educazione di ambito familiare.

Abbiamo sentito in questa esperienza l’importanza di trovarci tutti insieme non solo come Genitori/educatori/nonni/insegnanti ma soprattutto come Adulti che si incontrano per condividere l’impegnativa condizione di dare Risposte nuove, utili, creative, diverse, rispetto alle varie difficoltà a cui le nostre famiglie ci sottopongono.

 

 

 

Da cosa nasce l’idea di questo incontro?

L’idea di questo incontro del 23 Ottobre nasce dalla constatazione che le Scuole Genitori A.Ge sono frequentate da genitori/educatori di qualsiasi età e grazie anche all’incontro dell’esperienza del preziosissimo Nonno Antonio, premiato come NONNO SPECIALE ANNO 2009 e che vi racconterà direttamente nel dettaglio la sua attività di nonno educatore.

Abbiamo quindi deciso di tentare un’avventura più completa che unisca tutte queste forze importanti, quelle di noi genitori/insegnanti/educatori e quelle dei nonni che sanno parlare ai nostri ragazzi in modo diverso da noi; poichè abbiamo la necessità di avvalerci di nuovi strumenti per capire

COSA SERVE AD UN BAMBINO PER CRESCERE e

COSA SERVE A NOI ADULTI PER COMPRENDERLI

Per poter continuare nella nostra missione di genitori/insegnanti/educatori e nonni in modo più sereno, consapevole ed amorevole.

 

Qual’è l’intento dell’incontro?

Abbiamo sentito che lavorando insieme con Intelligenza e Comprensione possiamo passare dai

“tormenti ” ai “ragionamenti”

dalle “paure” alle “speranze”

dai “dubbi “alle “possibilità”

Il nostro impegno continua nell’incoraggiare i genitori/educatori/nonni/insegnanti a costruire e a custodire il Bene Comune dell’Educazione di tutti i figli/allievi/educandi e con l’aiuto di tutti Voi possiamo promuovere incontri ove possibile fra Adulti (Genitori, educatori, insegnanti e Nonni) per studiare, far nascere e coltivare idee utili al dialogo fra di Noi.

Intanto Vi invitiamo a questa prima Esperienza che insieme alla dott.ssa Clementina Tassone, abbiamo organizzato con la partecipazione di un gruppo di Genitori allievi IRSEF e con un NONNO Educatore insegnante di Umanità in alcune scuole Italiane.

Spero tanto che possiate partecipare a questo incontro che si terrà il 23 Ottobre in occasione del Mese del Nonno.

 

 

 

Saranno presenti:

Clementina Tassone, Esperta in educazione di ambito familiare e Componente gruppo formatori AGe Veneto

-Sonia Maggy Guerra, 6 anni di partecipazione alle scuole genitori A.Ge ed allieva IRSEF (Esperta in educazione di ambito familiare).

-Nonno Antonio ArgentieriPremio Nonno Speciale 2009”

Maria Grazia Trovati, Presidente del Comitato Docenti IRSEF ed Esperta in educazione di ambito familiare.

Chiara Crivelli, Presidente A.Ge Verona, Comitato Docenti IRSEF ed Esperta in educazione di ambito familiare.

Angela Crivelli, Fondatrice A.Ge Nazionale e IRSEF

Confermate gentilmente la vostra presenza a questi indirizzi:

Phone: 049 812275 e-mail cle.tassone@gmail.com

Phone: 340 3407969041 e-mail sg.maggy@gmail.com

Arrivederci!!!

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(1) IRSEF: ISTITUTO DI RICERCA E STUDI SULL’EDUCAZIONE E LA FAMIGLIA; il braccio scientifico dell’A.Ge , il quale studia e sviluppa il metodo di lavoro delle scuole genitori A.Ge e si occupa della formazione dei genitori/educatori interessati ad una propria crescita personale nell’ambito dell’educazione e dialogo in famiglia e nelle relazioni sociali (scuola – sport…) e per chi voglia condurre i corsi genitori A.Ge. Gli allievi IRSEF avranno il titolo riconosciuto di ESPERTI DI EDUCAZIONE IN AMBITO FAMILIARE.

(2) A.Ge è l’ Associazione Nazionale Genitori, ci sono più associazioni genitori in Italia (es. L’AGESC cattolica) la nostra, contraddistinta dalla Sigla come sopra ha una caratteristica molto semplice, essa si attiene ai valori della Costituzione ed ai valori dell’etica cristiana: PACE – FRATELLANZA – UNIONE – SOLIDARIETA’……. A.Ge è una federazione di associazioni, infatti oltre a quella Nazionale che fa capo, esistono quelle Regionali – Provinciali e locali ed ognuna di queste è autonoma pertanto chiunque può organizzare incontri, eventi e corsi per genitori e per l’educazione in genere purchè aderisca ai valori della costituzione e dell’etica cristiana, pagando una picca quota associativa all’Associazione Nazionale. Qualsiasi genitore può costituire una A.Ge locale nel proprio comune.

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Scuola:relazione docenti – studenti

Quanti insegnanti si trovano nella condizione di dover gestire alcune situazioni imbarazzanti, difficili, con i propri alunni e quanti genitori si sentono in difficoltà a comunicare con i docenti dei propri figli che esprimono un disagio usando atteggiamenti poco consoni all’ambiente scolastico.
Vi propongo ora il seguente documento che ci offre appunto delle riflessioni sugli atteggiamenti da evitare in situazioni di disagio dei ragazzi, tenendo presente che in ogni caso i ragazzi vogliono esprimere e comunicarci qualcosa, sta a noi insegnanti e genitori ascoltare e cogliere il messaggio andando oltre all’immediata parte esteriore dell’atteggiamento adottato dall’alunno in un determinato frangente.
Una volta compreso il messaggio, si valuta come procedere…..

Sonia Maggy

Riflessioni sulla relazione Docenti – Studenti

Alcuni esempi di relazioni disfunzionali che possono creare delle

barriere nella comunicazione docente-studente”.

SITUAZIONE

Carlo, un ragazzo di 13 anni di seconda media , giunge in classe, un giorno con un paio di occhiali da sole. Seduto in prima fila sfoggia i suoi occhiali da sole, dopo aver deposto quelli da vista. L’insegnante di lettere, arrivato in classe, dopo aver controllato i presenti, invita il ragazzo a mettere via gli occhiali da sole e a riprendere quelli da vista per leggere un testo ad alta voce. Carlo non ha nessuna intenzione di mettere via gli occhiali da sole, così l’insegnante inizia ad irritarsi e ad assumere atteggiamenti impositivi. Insomma inizia una specie di braccio di ferro tra docente ed alunno, in cui nessuno dei due intende smettere, strutturando in questo modo il rapporto persecutore-vittima.

STILE INTOLLERANTE E DESPOSTA

Si determina quando l’insegnante dinanzi ad un allievo che lo sfida o che insiste sul suo comportamento disfunzionale , reagisce immediatamente in modo dispotico e impaziente.

Nel caso riportato potrebbe urlare frasi del tipo, “come ti permetti”, “dove credi di essere”, “maleducato”, “vai dal preside”, “ fuori , vai fuori.” L’insegnante si avvale della critica, del rimprovero, della sospensione. Questo atteggiamento intransigente può presentare dei vantaggi immediati, infatti è facile che l’allievo ceda e metta da parte gli occhiali, mostri rispetto per l’autorità, tuttavia l’insegnante-educatore non può accontentarsi dell’adattamento superficiali e della compiacenza, ciò non incide sull’interiorità del discente ed è di breve durata.

STILE POLEMICO E LITIGIOSO

In questo caso l’insegnante potrebbe attaccare l’allievo e deriderlo agli occhi dei compagni.
“Togli quegli occhiali così lasci vedere la tua bella faccia”.
Questo atteggiamento è rischioso in quanto può innescare dinamiche distruttive.
Allievo: ma professoressa, perché ce l’ha sempre con me.
Insegnante. Perché tu sei bello.
Allievo: professoressa, ma quale bello, io non la toccherei neanche con un bastone lungo 3 mt.
A questo punto l’insegnante sorrise e scrisse una nota sul registro , chiedendo che l’allievo fosse sospeso per 3 giorni.
Il tipo di interazione è semiludica e quasi umoristica. La modalità seguita dal docente è quella dell’ attaccabrighe, che induce l’allievo a rispondere sullo stesso piano e a dimenticare che sta interagendo pur sempre con il suo docente.

STILE TIMOROSO

Un altro possibile atteggiamento dinanzi all’allievo dell’esempio, è quello di chi subisce tollerando pazientemente .Spesso gli alunni la interpretano come un permesso a persistere nel comportamento distruttivo. L’atteggiamento da martire , timido, trasmette l’idea di un docente che lascia correre e che permette agli allievi di abusare della sua pazienza.

STILE CALCOLATORE

E’ lo stile di chi ricorre ad un atteggiamento logico, razionale, preciso , freddo.

Esternamente il docente apparirà impassibile, dimostrerà calma e padronanza di sé, controllerà i suoi sentimenti e non si farà coinvolgere emotivamente, ma cercherà di discutere con l’allievo per farlo ragionare sul suo comportamento.

INTERVENTI COMUNEMENTE IMPIEGATI PER GESTIRE

RELAZIONI CONFLITTUALI

Verranno esaminate alcune strategie comuni adottate in classe per gestire le situazioni educative complesse : ignorare, sopportare in silenzio, critica, predica, rimprovero, punizione , sospensione.

Sebbene non soddisfino gli insegnanti e si rivelino sostanzialmente improduttive, risultano largamente impiegate in classe.

IGNORARE, SOPPORTARE IN SILENZIO

Dinanzi ad una situazione di disagio in classe (es. , risata svalutante, allievo che sbatte la porta in modo provocatorio ecc.), L’insegnante può ignorare quanto sta avvenendo , preoccupandosi di continuare il lavoro, per non “rinforzare” il comportamento problematico. Non è detto che i risultati siano soddisfacenti, infatti Montuschi sottolinea che nel linguaggio educativo ciò che non è esplicitamente vietato rischia di essere autorizzato. A volte il comportamento problematico dell’allievo può essere una richiesta di attenzioni, per cui il fatto di ignorarlo induce l’allievo a persistere .

LA PREDICA

E’ uno degli interventi più usati , dianzi all’allievo che non studia, a quello che disturba. Si tratta di un intervento genitoriale volto a impartire regole e istruzioni. Montuschi mette in guardia dal rischio derivante dall’uso della predica all’intera classe, essa rischia di diventare più uno sfogo dell’educatore che un dialogo diretto a delle persone, in quanto l’anonimato fa sentire al riparo i singoli. La predica , sia che venga rivolta alla classe o al singolo, risulta poco efficace , perché invita ad un adattamento e non ad un cambiamento.

CRITICA E RIMPROVERO

La critica, il rimprovero , il richiamo diretto non sono interventi efficaci, perché si basano sull’addestramento dell’allievo e producono cambiamenti compiacenti provvisori e precari.

C’è poi il rischio che l’allievo organizzi le mosse successive di rivincita. Secondo Montuschi può anche essere che sentimento spiacevole derivante dalla critica provochi nell’alunno un ripensamento , ma può essere solo un modo per evitare la critica piuttosto che cambiare il suo comportamento.

PUNIZIONE

Ancora assai diffusa, anche se non necessariamente sotto forma di punizione fisica. Essendo un intervento volto a cancellare il disturbo, può portare a vantaggi tangibili: riprendere il lavoro interrotto, catturare l’attenzione, ripristinare il silenzio ecc.

Essa non si fonda sulla comprensione della situazione problematica e non interviene sul problema, per cui è un intervento banale, ripetitivo e poco efficace dal punto di vista educativo.

LA SOSPENSIONE

Si ricorre alla sospensione di solito per motivi di condotta, essa non risulta efficace come strategia di intervento, è improduttiva , non risolve il problema e interviene sulla manifestazione esterna del disagio. Oltre che banale, la sospensione ha la valenza di rinuncia a gestire la situazione da parte dell’insegnante e della scuola. Si di un intervento che equivale a gettare la spugna, a fuggire al problema, rinunciando a rispondere ai bisogni di un alunno attraverso interventi particolarmente qualificati.

Da quanto esaminato si comprende come tutti questi interventi siano inutili dal punto di vista educativo e sebbene il problema immediato a volte sembri risolto, il problema reale, sotteso non è nemmeno sfiorato. Si corre il rischio che a lungo andare l’allievo possa sentirsi indirettamene invitato a lasciare la scuola .

Le strategie improduttive prese in esame hanno una caratteristica in comune, si basano sull’aspetto esterno ed evidente del disagio con l’aspettativa che sparisca. di . Il rischio è quello considerare e di trattare la manifestazione del disagio come se fosse il disagio stesso ed intervenire per cancellarlo ed eliminarla. Bisogna studiare i sintomi per formulare una diagnosi , risalendo alle cause soggiacenti. Finchè non si comprenderà e agirà sul meccanismo che alimenta il sintomo esterno, gli interventi del docente potranno solo contenere temporaneamente il disagio. Alcuni disagi peggiorano assai se non vengono gestiti nei tempi e nei modi opportuni.

Xodo Antonella

Riferimenti bibliografici
G. Amenta , Gestire il disagio a scuola , da Scuola e Didattica, La Scuola , Brescia 2002
Montuschi: F. Competenza affettiva e apprendimento . Dalla alfabetizzazione affettiva alla pedagogia speciale, Brescia , La Scuola 1993
Di Pietro M. 1999, l’ABC delle mie emozioni, Trento,EricKson
Berne 1971, Analisi transazionale e psicoterapia , Roma , Astrolabio

Lettura consigliata:

Adesso Basta. Ascoltami!
Educare i ragazzi al rispetto delle regole

Dettagli
Prima che educatori il passo è riconoscersi maestri di vita impegnati a dar supporto alle nuove generazioni. Di fronte alla disobbedienza il punto non è aggirare le regole ma la comprensione del motivo per il quale non si ottiene obbedienza, l’ascolto disinteressato.

* Autore: Francesco Berto
* Editore: Edizioni la Meridiana
* Data pubblicazione: Marzo 2004
* Tipo: Libro
* Pagine: 119
* Formato: 21×25
* Stato: Disponibile in pronta consegna
* Categorie: Comunicazione, Guide per genitori ed educatori, Psicologia e salute, Salute dei bambini

Abilità di Couseling

ORGANIZZA

Corso di Formazione

presso Supercibarius

Via Domodossola 9


il corso sarà tenuto da Arianna Garrone
Diplomata alla scuola quadriennale Dinamiche Relazionali
Istituto di Psicologia e Counseling – Torino.
Scuola adeguata alle norme E.A.C. European Association Counseling
Counselor relazionale e clinico.
Iscritta alla FAIP Federazione Associazione Italiana Psicoterapia e al Mo.PI. Movimento Psicologi Indipendenti

L’abilità di counseling permette al professionista di acquisire o affinare delle competenze relazionali, che lo sostengono nello svolgere la sua professione in un ambito connotato da rapporti umani e carico di complessità emotive. Sviluppare l’ abilità di counseling come possibile risorsa che affianchi le competenze tecniche del professionista e\o aiuti a migliorare la qualità di vita dell’individuo.

Il corso di formazione è rivolto a operatori nell’ambito sociale, psicologico, medico, terapeuti, educatori, insegnanti e personale facente parte di enti, cooperative sociali e associazioni di volontari, professionisti che  vogliono arricchire e utilizzare le modalità relazionali nella comunicazione, studenti interessati alle professioni di aiuto o qualunque ambito professionale e\o personale in cui sia richiesto di acquisire strumenti concreti di auto-sostegno e comunicazione attiva migliorando la propria abilità relazionale.

Il training ha l’obiettivo di migliorare queste capacità:

· creare il gruppo

· comunicazione verbale e non verbale

· comunicazione ed  empatia

· saper ascoltare che significa accogliere ciò che l’altro porta, ma senza apprezzamento/critica, conferma/ disconferma, affermazione/giustificazione, interpretazione, accettazione/rifiuto, soddisfazione/delusione; l’esperienza concreta di ascolto di noi stessi può essere il canale per sentirci più disponibili ad ascoltare l’altro

· sviluppare la dimensione dell’ascolto attivo che si può definire: osservo, ascolto – accolgo – comprendo e riconosco – elaboro tutto quello che mi impedisce di comprendere

· saper nutrire la propria autostima; la stima di noi stessi è infatti una base da costruire

· sviluppare l’autoconoscenza per  migliorare la condizione di equilibrio psicofisico

· saper trasformare le personali difficoltà in stimolo alla crescita e trovare una soluzione creativa

· essere consapevole al “ qui ed ora” e stare in contatto con percezioni, emozioni e  sensazioni

· riconoscere le strategie difensive del partecipante e lo stile relazionale

· elaborare e trasformare la frustrazione che si vive di fronte alla sofferenza

· Il training permette di sperimentare la dimensione della “distanza riflessiva” che protegge dal  farsi prendere da uno stato di frustrazione e di impotenza.

L’attestato di partecipazione verrà rilasciato alla fine del corso.

L’obiettivo è fornire strumenti pratici e teorici atti a valorizzare le proprie risorse ed ampliare le proprie capacità di relazione sul piano personale e  professionale.

Il modello teorico di riferimento nasce dall’interazione di differenti apporti filosofici, psicologici e psicoanalitici, quali la psicologia del profondo di C. G. Jung, la lettura originale di S. Montefoschi, l’approccio della psicoterapia della Gestalt e tecniche  apprese dalla medicina Tibetana e dalla filosofia Buddhista.

Metodologia
Il training è di tipo teorico- esperienziale.
Il corso ha come  base “il fare esperienza” in quanto solo lo sperimentare e consapevolizzare il processo individuale e del gruppo su se stessi permette al soggetto di sostenere il proprio cliente nello stesso percorso. La teoria deriva dalla contestualizzazione dell’esperienza vissuta.
Sono utilizzati giochi di ruolo, tecniche di ascolto. E’ richiesta la disponibilità di mettersi in gioco a tutti i partecipanti.

Struttura del corso

80 ore di formazione esperienziale
Il corso si articola in 10 giornate di 8 ore ciascuno. Si svolge nella giornata del sabato.
Un incontro al mese.
In ogni incontro è presente il laboratorio esperienziale a cui seguirà la teoria.
Inizio corso 30 Gennaio 2010

Il counseling è una professione d’aiuto che lavora nell’ambito psicologico e sostiene l’individuo nei momenti di crisi. Socialmente, oggi, abbiamo risolto i bisogni primari ed emerge il bisogno di migliorare la qualità della vita, questo significa un maggior benessere e delle buone relazioni. Il counseling ci offre l’opportunità di rendere chiari gli schemi di pensiero, le dinamiche attuate nelle relazioni e comprendere come siamo. Ampliando il livello di consapevolezza abbiamo la possibilità di scoprire e attingere alle risorse più profonde e trovare un nostro modo per affrontare e trasformare la sofferenza che deriva da momenti di disagio, di  difficoltà, di crisi e di passaggio, inevitabili nella vita umana. Elaborare un lutto, una separazione, un aborto, il prepensionamento, una malattia grave, un rapporto in crisi o favorire la crescita di rapporti interpersonali in quanto si lavora sulle dinamiche relazionali. Il counseling è una professione d’aiuto basata sull’accogliere, ascoltare e sostenere la persona a far chiarezza dentro di sé con la finalità di  “aiutare la persona ad aiutarsi”. Questo significa un percorso interiore mirato a incentivare  autostima ed autonomia nell’individuo e migliorare la qualità della vita e quindi maggior ben-essere.

Per informazioni e iscrizioni contattare Anna De Angelis tel. +39 347 4251331

email annadeangelis50@gmail.com sito http://www.centroraziel.com

Dinamiche Relazionali

Arianna Garrone

47 Anni. Formatasi nell’ambito delle dinamiche relazione e della ricerca dell’unita’ tra corpo e coscienza. Diplomata alla scuola quadriennale DR Dinamiche Relazionali – Torino, con il modello teorico di riferimento che nasce dall’interazione di differenti apporti filosofici, psicologici e psicoanalitici, quali la psicologia del profondo di C. G. Jung, la lettura originale di S. Montefoschi, l’approccio della psicoterapia della Gestalt. Scuola adeguata alle norme E.A.C. European Association Counseling e iscritta alla Sico. Svolge l‘attività di Counselor di dinamiche relazionali da 18 anni e si occupa di sostenere il cliente nel suo percorso di crescita personale per migliorare la qualità della propria vita e giungere ad un rinnovato equilibrio interiore. Lavora sulla prevenzione dei disagi contemporanei. Iscritta alla FAIP Federazione Associazione Italiana Psicoterapia e al Mo.PI. Movimento Psicologi Indipendenti .Collaborazione con: Alma Mater(centro interculturale delle donne), ARCI, Idea Solidale, Fondazione Dravelli (casa delle culture e delle associazioni) che si occupa di socio/culturali e accoglienza di rifugiati.  Attività’ lavorativa con: Scuola Gestalt Counseling di Torino; formatrice  di Tecniche di ascolto e di Role Playing nella Scuola di Counseling Dinamiche Relazionali To; laboratori di counseling all’ospedale San Giovanni antica sede all’interno del Progetto “Sotto il segno del cancro” dedicato alla salute delle donne; Interfacoltà di Torino AA 2008/2009 Laboratorio di Teatro Sociale ed Educativo.Teatro e Counselin.g Formatrice all’Università Facoltà di Scienze della Formazione. Da oltre 10 anni formatrice e supervisioni all’interno del settore dei Servizi Educativi di Torino e Ventimiglia.Socia fondatrice e Presidente dell’Associazione Salute Donna Torino che si occupa di lavorare sulla prevenzione primaria  di recidive di tumori, e altre malattie, intervenendo sullo Stile di vita. All’interno della Fondazione Ariodante Fabretti è la responsabile del Progetto di Sostegno al Lutto,prima esperienza in Italia di sportello gratuito per il cittadino,e dei gruppi AMA (Auto Mutuo Aiuto) sul lutto. Formatrice dei soci attivi Coop e Ipercoop.  Da più di 20 anni Erborista ed Esperta di Alimentazione.

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