Sulla Coerenza e sul Coraggio: Oriana Fallaci

ORIANA FALLACI

Sulla coerenza e sul coraggio

Da F. Z. Castelfidardo (AN) :

oriana-fallaci3“Vedete , ci sono due metodi per giudicare le persone . Uno molto semplicistico: si giudicano le persone per quello che dicono . Un altro molto più profondo ed esaustivo : si giudicano le persone per quello che dicono e per quello che fanno . Ecco , avvicinandosi ad Oriana Fallaci non si può fare a meno di capire quanto il primo metodo sia ( passatemi l’espressione ) ….fallace , mentre per avere un’opinione su di lei bisogna per forza ricorrere al secondo metodo , quello cioè dove la parola si coniuga con l’azione , dove la coerenza si sposa con il proprio credo , e dove è possibile riscontrare fin da subito se la parola era mera illusione ed inganno , o se invece era figlia della propria coscienza , ragione per cui si legittima il proprio verbo ancorandolo a ciò che si pensa sia la verità assoluta .

Supportare la parola con i fatti è quanto di più ostico e difficile possa esistere . Il tutto richiede coerenza , coraggio , sprezzo del pericolo e del ridicolo , sopportazione quasi stoica delle critiche più o meno interessate che verranno . Sarebbe molto più facile parlare bene e razzolare male. Da noi, in Italia , lo fanno quasi tutti i politici , tanto è vero che è diventata la scorciatoia per accedere comunque al rispetto della gente , che , purtroppo , nel giudizio si ferma all’apparenza senza andare oltre , vanificando così la sicura scoperta di inganni che rimangono , di conseguenza , inesplorati .

La Fallaci invece ha fatto della coerenza una propria ragione di vita onde per cui la simbiosi tra parola ed azione , nel suo caso , è talmente garante di una filosofia di vita che per forza di cose c’è da credere a ciò che dice , senza riserva alcuna . E non è che non ci siano , o non ci siano state , correzioni in corso d’opera . Coerenza con se stessi vuol dire l’ammissione , anche se postuma , di errori di valutazione , come quando , coinvolta dagli eventi e dalle emozioni che sempre enfatizzano certi momenti , prendeva posizioni più o meno velatamente antiamericane nella guerra del Vietnam, salvo poi , a mente fredda , rianalizzare le vicende ed emettere giudizi più ponderati che rivalutavano le ragioni dandone le giuste collocazioni . L’importante era essere in pace e in sintonia con la propria coscienza.

oriana-fallaci2Oriana è stata sempre in prima linea, sia in tempo di guerra quando disdegnava il comodo approdo in una stanza d’albergo preferendo la trincea là dove una pallottola può sempre attraversarti il corpo rubandoti la vita in un amen , sia in tempo di pace quando ad imperversare erano svolte epocali della società che non la vedevano consenziente e tormentavano la sua anima .
Molti , al suo posto , avrebbero evitato di mettersi in gioco , del resto fama , onori e rispetto non le mancavano essendo considerata una delle migliori giornaliste al mondo . Poteva lasciar scorrere i suoi giorni all’insegna del successo indiscusso e indiscutibile , senza andare a polemizzare con controparti che l’aspettavano al varco sol perché lei si rifiutava di adeguarsi al political correct , come si usa dire oggi . E invece lei no , quegli occhi che avevano visto la cruda realtà di tanto sangue scorrere in terra , di carni straziate sol perché certe idee esasperate avevano reso possibili le guerre tra i popoli , non potevano far finta di niente di fronte a distorsioni abnormi della verità . Ecco perché lei si è rimessa l’elmetto , montando in sella a quella incoscienza , che seppur ponderata, l’aveva portata sulla soglia pericolosa di tante battaglie e si è tuffata nell’agone per far sentire alta la sua voce contro gli ipocriti che , forse per convenienze personali , andavano portando la società alla deriva legittimando fatti e circostanze che stravolgevano la logica e la verità .

Da questa coraggiosa presa di posizione , che la costringe a vivere sotto scorta in quanto minacciata di morte , da questo atroce bisogno di raccontare le cose con l’intento di fermare la pericolosa deriva verso la catastrofe , da questo grido disperato verso una società disattenta che balla sulla tolda della nave inconsapevole che l’impatto con l’iceberg sta per arrivare , sono nati i suoi due libri : “ LA RABBIA E L’ORGOGLIO e la FORZA DELLA RAGIONE .

Ad onor del vero i due libri sono l’uno il complemento dell’altro . Fu all’indomani della tragedia dell’11 Settembre a New York , che la Fallaci sintetizzò in maniera illuminata nè “ La Rabbia e l’Orgoglio” i sentimenti e le angosce che l’avevano pervasa dopo il crollo delle due torri . In quell’analisi , seppur lucida , prorompevano inarrestabili e dominavano : la rabbia, lo sgomento, l’indignazione e lo sconcerto verso un mondo, quello islamico , che aveva potuto inscenare una tragedia così macabra e devastante . A balzare agli occhi era un’acredine verso tutto quello che proveniva da quella religione, anzi da quella filosofia che nega ogni anelito di libertà e di democrazia . Tra smanie di vendetta e moniti all’umanità , aggrappandosi all’orgoglio , la Fallaci metteva in guardia la società dalla strategia strisciante dell’islamismo , sia esso radicale e non , che tutto pervade e penetra in maniera subdola e devastante. La foga e la crudezza dell’articolo hanno innescato, come d’uso, le reazioni più diverse. I più hanno fatto ricorso a giudizi negativi, dove aleggiava un compatimento quasi misericordioso verso una mente tarata da bollenti spiriti che vedeva tutto in negativo e sembrava voler infilzare mulini a vento immaginari ammantandosi di ridicolo .

Poi avvenne la tragedia di Madrid , dove morirono tantissime persone. Una immane carneficina proveniente sempre dalla stessa mano e mossa dalla stessa matrice islamica. E’ stato allora che la Fallaci , raccattando quanto gli era rimasto del discernimento e della ponderatezza propri dell’intellettuale , e avvertendo l’imminenza del pericolo , ha dato vita al secondo libro sul tema, intitolandolo emblematicamente : La Forza Della Ragione. E per un motivo molto semplice : semmai i lettori avessero confuso le sue precedenti tesi ritenendole inquinate solo da ottuse prese di posizione verso una religione da condannare…. a prescindere , attraverso la Ragione , anzi attraverso la Forza che dovrebbe essere insita nella Ragione , la gente avrebbe dovuto soffermarsi a riflettere , e a considerare la minaccia di un annientamento, come prossima e per nulla peregrina . La Fallaci , attraverso ragionamenti lucidi e propri di una disamina profonda e sentita , constata che il terrorismo non è l’unico aspetto della strategia araba per il dominio sull’occidente , ma solo il volto più sanguinario e conclamato , in quanto scopo occulto , ma facilmente deducibile dai fatti , è quello di distruggere gli occidentali dall’interno, insinuandosi nella cultura , imponendo le propri leggi , pretendendo rispetto senza dare contropartite , asservendo la democrazia esistente ai propri disegni di conquista , ricorrendo alla proliferazione dei figli per sovrastarci anche numericamente e , in ultima analisi, diffondendo il verbo islamico per renderci schiavi di una filosofia di vita che disconosce ogni diritto e annulla ogni personalità .
oriana-fallaciLa Fallaci ha addirittura dato un nome a questo processo di disfacimento che si sta maturando . L’ha chiamato con un neologismo efficace ed eloquente : “ EURABIA” , un acronimo che vuol dire una Europa invasa e compenetrata dall’Arabia . Una minaccia che fa leva sul declino della ragione di noi occidentali che facciamo conto sulla nostra invulnerabilità a certi concetti che negano democrazia e libertà , sulla consapevolezza di una società superiore che si è data regole che hanno posto al centro l’uomo e il conseguimento della felicità , sulla certezza che , comunque sia , alla fine sarà sempre l’illuminismo a trionfare sull’oscurantismo . Niente di più sbagliato secondo lei . La Fallaci , tramite questo libro urlato con tutta la rabbia che ha in corpo , ammonisce l’Occidente che sta rischiando di brutto e che si troverà ben presto a varcare una soglia di non ritorno al di là della quale le nostre donne verranno considerate poco più che cose, e il progresso una sorta di colpa da espiare e da non reiterare riportando le lancette del tempo indietro di secoli .

Attraverso il racconto di episodi vissuti , la Fallaci scopre con angoscia quanto la minaccia dell’Islam sia una realtà che sta affondando sempre più le radici nella società occidentale , una società disponibile ad accettare qualsiasi diversità ,sia essa religiosa che di costume , in modi irragionevoli , supini , senza filtri e senza ripulse . E’ questo atteggiamento che la nostra scrittrice depreca , e avendo il dubbio che non fossero stati sufficienti nel primo libro la rabbia e l’orgoglio , sentimenti scaturenti dall’irrazionale e dall’istinto primordiale e per questo volatili e criticabili ; per suscitare reazioni e prese di coscienza, fa ricorso alla … Forza della Ragione costruendoci sopra un libro per illuminare le coscienze nella speranza che qualcuno apra gli occhi prima che sia troppo tardi .

La Fallaci , presa com’è dall’impeto e dall’impulso, nega qualsiasi ospitalità a tentativi che contemplino almeno un qualche dialogo tra le due civiltà , negando agli islamici ogni pur minima parvenza di buonafede, e non facendo distinzioni tra islamismo e fondamentalismo , anzi rimandando per ogni giudizio al Corano, là dove il cristiano è considerato un infame e un infedele da eliminare senza se e senza ma , ammonendo così che già fin dai loro testi sacri è esclusa ogni trattativa di pace che prospetti la buona convivenza tra i due popoli . E per dar forza alla sua tesi cita la sura del Corano là dove si recita : “ Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia . L’Islam sormonta , non si fa sormontare . Non siate deboli con il nemico , non invitatelo alla pace . Uccidete gli infedeli ovunque si trovino . Assediateli e combatteteli con ogni sorta di tranello “ . E’ pur vero che non sempre si deve reagire con l’occhio per occhio e il dente per dente , certi estremismi possono essere pericolosi ,di certo però neanche il lassismo e la supina sudditanza di noi occidentali verso chi sparge terrore al sol fine di prevalere attraverso l’intimidazione e la minaccia , è il giusto atteggiamento per arrivare all’azzeramento delle differenze e delle discordanze.
Tempi difficili ci attendono , e pur perseverando nell’intento pacifico di gettare un ponte tra le due civiltà , è in momenti confusi come questo che non si può prescindere dal ricorrere a menti illuminate come quella di Oriana Fallaci . Dobbiamo quindi tenere conto della sua disamina della realtà , anche se delimitandone certi eccessi e certe escandescenze , anche perché , a parte i toni convulsi e le invettive eclatanti , c’è sempre da fidarsi di una persona che ne ha viste tante e che ha fatto della coerenza tra la parola e l’azione la propria filosofia di vita .

Riflessione: quel’è, secondo te, il giusto atteggiamento?

http://www.iostoconoriana.it/site/content.php?article.964



Oriana Fallaci

La Rabbia e l’Orgoglio

Rizzoli

Con “La rabbia e l’orgoglio” Oriana Fallaci rompe un silenzio durato dieci anni. Lo rompe prendendo spunto dall’apocalisse che la mattina dell’11 settembre 2001, non molto lontano dalla sua casa di Manhattan, disintegrò le due Torri di New York.

Preceduto dal clamore che la parte pubblicata dai giornali in Italia e all’estero suscitò diciotto giorni dopo l’immane tragedia, il libro si presenta nella sua versione originaria e integrale. Il testo è inoltre arricchito da una prefazione in cui la Fallaci spiega dove esso nacque e in cui descrive la realtà globale della Guerra Santa. Una prefazione dove a sorpresa parla anche di se stessa: del suo lavoro, del suo ermetico isolamento, delle sue scelte rigorose e spietate.

Lo trovi su Macrolibrarsi



Stefano Allievi

Ragioni senza forza, forze senza ragione

Una risposta a Oriana Fallaci

Emi

“Il libro di Stefano Allievi è efficace e mordente, ma allo stesso tempo saggiamente moderato nei toni. Non è facile, infatti, inserirsi nel rovente dibattito sullo scontro di civiltà. Le argomentazioni di Oriana Fallaci, che hanno provocato reazioni tra intellettuali, giornalisti, politici e gente comune, fanno riflettere: qual è oggi il nocciolo della cultura occidentale? Dov’è oggi quella religione civile che ha mobilitato culture e modelli politici attorno ai valori di libertà, diritti umani, uguaglianza, laicità…?

Fallaci ipotizza che oggi questa cultura si debba esprimere per contrapposizione: è occidentale tutto quello che si oppone all’islam. Noi siamo convinti che debba esprimersi, invece, nell’interazione, ovvero nella logica del dialogo, dell’incontro, della negoziazione di valori condivisi.

L’Autore ricorre alla metafora del fiume e dello stagno. L’Occidente delle torture nella prigione di Abu Ghraib è un fiume o uno stagno? E l’Islam europeo è acqua stagnante o acqua corrente? È giusto provare a comprendere gli eventi sulla base di altri dati e di altre opinioni, per rendere meno unilaterale il nostro giudizio. Insomma, discutiamone.

Lo trovi su Macrolibrarsi

Pubblicità

Mamma e Papà: mai più Schiaffi

schiaffo4Schiaffi ai bimbi vietati in 23 Stati

Corriere della Sera
Alessandra Muglia
16/12/2008

Proibiti anche per i genitori, come chiede l’Onu Ma in altri 89 Paesi sono permessi a casa e a scuola “No, non ce la faremo per il 2009”. Il countdown è partito da tempo, ma Paulo Sérgio Pinheiro è costretto a prendere atto che si allontana la fine delle sculacciate ai bambini permesse per legge. Incaricato dal segretario generale dell’Onu di preparare il rapporto sulle violenze contro i minori, nel 2006 era stato lui a fissare questo termine, che sarebbe caduto in concomitanza con il ventennale della Convenzione sui diritti dell’infanzia, l’anno prossimo. Ma convincere tutti gli Stati a vietare entro il 2009 ogni forma di correzione fisica verso i più piccoli—ceffoni di mamma e papà compresi — si è rivelata un’utopia.

«Purtroppo l’obiettivo è saltato — ammette Pinheiro al telefono da Asunción, Paraguay —.

Sono stati fatti passi avanti, ma non nella misura che speravamo».
Progressi monitorati dal nuovo rapporto internazionale «Iniziativa globale»: gli Stati che proibivano a chiunque (anche ai genitori) di mettere le mani addosso ai piccoli nel 2006 erano 16 e ora sono diventati 23 (18 europei) mentre a permettere bacchettate e altri «castighi correttivi» a scuola sono rimasti 89 Paesi (106, 3 anni fa).
Si procede dunque, ma più lentamente del previsto. A rallentare la corsa ci sono anche gli Stati Uniti, che non hanno ratificato la convenzione per i diritti dell’infanzia. Ancora oggi in 21 dei 50 Stati americani gli insegnanti possono alzare le mani: di solito colpiscono (dalle 3 alle 10 volte) il fondoschiena con il paddle, la tradizionale pala di legno piatta, lunga mezzo metro. Sono gli Stati centrali della Bible belt (la «cintura della Bibbia») americana, dove la gente s’ispira al «risparmia la verga e vizierai il bambino» (Proverbi 13-24).
schiaffo2«I più colpiti sono gli afroamericani: sono il 17% degli alunni ma quasi il 40% di quelli percossi», racconta Alice Farmer di Human Right Watch, snocciolando i risultati dell’ultimo studio sulle pene corporali nelle scuole Usa. I maschi le prendono più delle femmine, i bambini di campagna più di quelli di città. Nel complesso i piccoli americani percossi a scuola sono scesi di un terzo in pochi anni: da 300mila nel 2002-2003 a 200mila di oggi. Indice che le maniere forti tra i banchi sono comunque destinate a scomparire. Non è invece in discussione il diritto dei genitori a schiaffi e sculacciate, permessi in tutti e cinquanta gli States.
Di tutt’altro segno la situazione al di qua dell’Oceano. In Europa le bacchettate a scuola sono praticamente scomparse. Tra gli ultimi a bandirle, la Gran Bretagna. Ora nel Vecchio Continente la nuova sfida per le associazioni dei diritti dell’infanzia è proibire anche i ceffoni dei genitori.

schiaffoNel 1979 la Svezia è stata il primo Paese al mondo a vietarle.

Seguirono Finlandia (1983), Norvegia (1987), Austria (1989). Gli ultimi arrivati sono Spagna, Cile e Costa Rica. In totale 23 Paesi. Gli altri Stati continuano a considerare sberle e sculacciate sistemi educativi efficaci, non classificabili come punizioni corporali.

Page 2
«Se usate per il bene del bambino e non come reazioni scomposte alla frustrazione e alla rabbia, possono evitare danni ben maggiori» sostiene Peter Inson, ex insegnante a Londra, giornalista e scrittore di libri per adolescenti. Lui rivendica l’utilità dello scappellotto per marcare limiti invalicabili quando le parole non bastano. Si pensi, ad esempio, al piccolo che si ostina a scavalcare la ringhiera del balcone o che picchia un amichetto. «Le proposte di mettere fuorilegge gli scapaccioni —spiega —sono avventate e destinate a mandare in confusione i genitori».
Ma è proprio contro questa mentalità che combatte Pinheiro: «La cosa più sconcertante è constatare che anche nei Paesi democratici si continua ad avere un atteggiamento autoritario nei confronti dei figli. Se li picchi, dicono, è per raddrizzarli, è per il loro bene. Quello che non è più lecito sulle donne e ormai nemmeno sui cani, lo resta sui bambini».
Tra i 155 Stati che ammettono il ricorso al ceffone da parte dei genitori c’è l’Italia: una sentenza della Corte di Cassazione nel 1996 ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale ma la legge non c’è ancora. «Esiste un diritto familiare che è diverso da quello pubblico — osserva Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia —. Che un ragazzo a scuola non vada educato a scapaccioni è accettato, mentre altra cosa è quel che è ammesso tra le mura domestiche. Che lo Stato possa proibire ai genitori di punire i figli viene considerata un’indebita intrusione».
schiaffo1Incalza Pinheiro: «A volte si ha l’impressione che il rispetto dei diritti umani si fermi di fronte alla porta di casa, e questo perché i bambini sono considerati proprietà dei loro genitori: un modo di pensare trasversale a culture e livelli sociali».
La legge britannica consente sculacciate moderate, ma non punizioni che procurino lividi, ferite e gonfiori. La proposta d’introdurre il divieto assoluto di «suonarle» ai bambini invece è stata respinta un anno fa quando da un’indagine di Downing Street è emerso che per molti genitori la disciplina si è deteriorata da quando il «bastone» è stato abolito.
«Il rimpianto verso castighi e pene corporali si spiega con il fatto che si toglie uno strumento di controllo senza sostituirlo con altri. Bisogna accompagnare il divieto con un training che insegni metodi alternativi», spiega Elda Moreno, responsabile della divisione diritti dei bambini del Consiglio d’Europa, promotore di una campagna contro le
punizioni corporali anche in ambito familiare.

«Il caso della Svezia è indicativo: quando le punizioni corporali sono state vietate 30 anni fa l’80% dei genitori era contrario; oggi, dopo molti anni di supporto a famiglie e insegnanti, solo il 5% di loro le ritiene accettabili».
Anche Jo Becker di Human Right Watch insiste su questo punto: «La Svezia è un caso riuscito perché al divieto ha unito un training, in Kenya invece non è successo: a 8 anni dal divieto le punizioni corporali sono ancora in voga».
Nel mirino ci sono i governi: «Non è una questione di criminalizzare i genitori, non vogliamo mandarli in galera perché danno una sculacciata ai figli — sintetizza Pinheiro — ma chiediamo che cambi la nozione di quello che è accettabile: gli Stati non si stanno impegnando abbastanza su questo».
Núcleo de Estudos da Violência – NEV – Universidade de São Paulo – USP
http://www.nevusp.org/portugues
Fornecido por Joomla!

Produzido em: 20 December, 2008, 21:24


A proposigto di bimbi

sos Italia - Adozione a distanza

sos Italia - Adozione a distanza


Guide per genitori ed educatori qui




Rudolf Steiner

L’Educazione dei Figli

Oscar mondadori
“Non insegnamo basandoci su regolamenti e programmi ma attingendo a quanto è vivente”

Dall’eclettico filosofo di inizio Novecento, fondatore della celebre scuola steineriana, una riflessione profonda sui metodo pedagogico.

Una teoria educativa basata sulla libera espressione delle potenzialità del bambino attraverso l’apprendimento di tutte le arti. Per formare degli individui liberi da condizionamenti in cui pensiero, cultura, sentimento e volontà cooperino in armonia.
Lo trovi su Macrolibrarsi



Richard Templar

Le Regole per i Genitori

I principi e i comportamenti chiave per crescere al meglio i propri figli

Avallardi

Quello che dici e come ti comporti avrà negli anni un’influenza determinante sul modo di vivere di tuo figlio.

Dipende molto da un genitore il fatto di aver cresciuto un individuo dalla personalità instabile, oppure una persona serena e matura.

La buona notizia è che – riflettendo sui tuoi atteggiamenti e applicando le 100 regole – comincerai automaticamente a correggere tante piccole fobie e tante cattive abitudini e a introdurne invece di positive. Positive per te e soprattutto per il benessere presente e futuro dei tuoi figli.

Lo trovi su Macrolibrarsi



Gabriele Ulsamer Bertold Ulsamer

Genitori e Figli: le Regole del Gioco

Secondo la teoria delle costellazioni familiari

Età dell’Acquario Edizioni

Genitori e Figli: le Regole del Gioco è un libro in cui gli autori spiegano in maniera diretta, efficace e concreta tutto quello che può risultare controproducente nell’educazione, offrendo consigli utili per evitare errori cui si potrebbe porre rimedio solo attraverso lunghe e faticose terapie.

In questo manuale sull’educazione dei figli gli autori, basandosi sulle teorie di Bert Hellinger, analizzano l’importanza degli «ordini dell’amore» in seno al nucleo familiare e la «struttura profonda» su cui esso si basa.

Negli ordini dell’amore sono fondamentali, ad esempio, l’equilibrio tra dare e prendere, i concetti di merito e gratitudine, di colpa e perdono, il giusto modo di ripartire obblighi e responsabilità, i problemi legati all’appartenenza e all’esclusione, la parità nel rapporto di coppia, l’accettazione del proprio destino e di quello del resto della famiglia e, in particolare, il modo corretto di stringere legami e di capire quando è il momento giusto per lasciare che i figli scelgano la loro strada.

Un manuale per genitori e famiglie nuovo e originale, estremamente pratico (grazie ai numerosi esempi tratti dalla vita reale) e «pronto per l’uso».

Lo trovi su Macrolibrarsi