La depressione ci mette in contatto con noi stessi”

Metamorfosi/ Raffaele Morelli:

“La depressione ci mette in contatto con noi stessi”

depressione“La depressione viene ad azzerare il pensiero, il dolore psichico prende il sopravvento imponendo di fermare i progetti e le diverse occupazioni della vita quotidiana. La depressione diventa così un fattore provvisorio di chiusura con il mondo, qualcosa che ci induce a rivolgere le nostre energie verso l’interno, più semplicemente a guardarci dentro e a capire meglio qualcosa di noi stessi”, spiega  Raffaele Morelli, psichiatra e direttore di Riza Psicosomatica.


Si può dire che, se ben compreso, uno stato di disagio psichico può essere un’occasione di evoluzione?
“Sì. Facciamo un esempio. Quando una persona coinvolta in una relazione sentimentale infelice non riesce a manifestare la sua insoddisfazione al partner, la depressione arriva naturalmente a segnalare una condizione di malessere, una situazione irrisolta. E, così, senza che sia necessario dire nulla la relazione finisce da sé, perché una delle due persone non è più in grado di continuarla. In questi casi accade che la parte più autentica di noi ci dice che la vita che conduciamo non è in linea con la nostra vera natura. In questi casi il dolore non va fuggito, ma ascoltato per comprendere quello che vuole dirci il nostro io profondo”.

Perché nel nostro tempo le depressioni sono così diffuse?
efficienza“Perché leghiamo la nostra idea di felicità a standard esteriori di successo ed efficienza, modelli imposti dalla società e uguali per tutti. Al contrario ognuno dovrebbe ascoltare le sue vere esigenze. Ogni persona è un po’ come un albero. Per stare in pace deve fiorire. Il che vuol dire che ognuno deve realizzare la sua vera natura. Quando ci allontaniamo da noi, inevitabilmente, stiamo male. La depressione viene a darci una mano, a farci capire che stiamo sbagliando qualcosa”.

Quando una persona vive un momento di sofferenza psichica cosa deve fare?
“In primo luogo il dolore non va combattuto, ma accolto, guardato. Bisogna abbandonarsi e lasciarsi portare dalla tristezza, senza farsi domande. E’ importante in questi casi liberare la mente dai pensieri e non interrogarsi sulle possibili cause del dolore. Così, in assenza di pensiero, al dolore segue uno stato di vuoto e dopo una sensazione di liberazione e felicità. E poi può servire parlare con uno specialista che ci aiuti a comprendere le cose che nella nostra vita non funzionano e che noi non riusciamo a riconoscere”.

E’ favorevole all’uso degli psicofarmaci?

“Di norma vanno evitati gli psicofarmaci, salvo che nei casi più gravi, quando il disturbo è particolarmente profondo e tutta la libido viene a rinchiudersi”.

Come si fa a capire che la depressione sta andando via?

“Una precondizione è quella di saper cogliere bene i nostri stati interiori. E per fare questo bisogna saper stare nel presente. Così, quando siamo coinvolti nelle tante occupazioni della vita quotidiana mentre si guida la macchina, si beve il caffè o ci si allaccia le scarpe, bisogna riuscire a restare immersi con la mente nel nostro presente, senza farci attraversare e condizionare, come di norma ci accade, da mille pensieri che vengono dal passato o che anticipano il futuro. E, con la mente ferma sul presente, possiamo guardarci dentro e percepire come stiamo veramente.

Quindi bisogna diventare dei buoni osservatori di noi stessi…
Sì. E osservandoci dall’interno ci accorgeremo che viviamo stati d’animo differenti e che, anche quando siamo tristi, ci capita di vivere dei momenti, pur brevi, di gioia. Ora se le isole di sofferenza si riducono e arriva a tratti una felicità immotivata, una voglia di fare quello che ci piace, vuol dire che la depressione sta passando”.

Metamorfosi
di Luca Vaglio

*Letture consigliate sull’artomento: la depressione* qui