Attualità – Crisi finanziaria 2008…
Il falò delle banalità …
Le emittenti nazionali fanno ormai a gara ad organizzare nei loro palinsesti la tal puntata di turno incentrata sulla crisi finanziaria del 2008, invitando uno stuolo di politici e pseudo giornalisti finanziari improvvisati economisti che fino a qualche mese fa se ne uscivano con sparate del tipo “tanto l’economia europea è sana e la crisi dei mutui più di tanto non cagionerà danno al nostro sistema bancario”.
Opinionsiti degni di un titolo di laurea honoris causa rilasciato dall’Università per Barbieri di Paperopoli. Adesso sono diventati tutti catastrofisti e terroristi finanziari, alla faccia del falso ottimismo e garantismo che si sciorinava nei dibattiti pubblici sino a qualche semestre fa. Una fenomenale opera di banalizzazione e volgare semplificazione di quanto sta accadendo che non consente di spiegare in modo esaustivo a livello socioeconomico e macroeconomico l’attuale scenario di mercato.
Mi piace in particolar modo come vengono dipinti e rappresentati i mutui subprime (che tra l’altro esistono da decenni) ovvero come mutui erogati agli homeless che girano con le buste ed i carrelli della spesa rubati a qualche jet market. Niente di più fuorviante: quando in realtà rappresentano mutui erogati a soggetti che hanno un credit score (punteggio di merito creditizio) inferiore a 670 punti (su una scala valori che va da 500 a 850), in seguito a tardivi o mancati pagamenti su prestiti precedentemente concessi o impegni di pagamento verso utenze di servizi primari (bollette della luce, gas e telefono). Dai subprime si devono distinguere i mutui “nodocs” ovvero “no documents” quelli concessi a soggetti privi di un lavoro a tempo indeterminato e senza mezzi patrimoniali propri, mutui che erano sin dall’inizio destinati ad essere titolarizzati (faccio notare che questa tipologia di mutui ipotecari li hanno erogati anche in Italia ai cosi detti precari, i nuovi morti di fame in giacca e cravatta).
Sappiate comunque che oltre il 25 % della popolazione americana rientra nella categoria di affidamento subprime, mentre il restante 75 % si divide nelle altre due fasce: i soggetti prime e midprime. Tuttavia l’apoteosi di questo falò di banalità propinatoci dai media nazionali l’abbiamo con le spiegazioni sull’origine della crisi (secondo loro passeggera) riconducibili ad una semplice argomentazione: le banche americane che hanno prima concesso mutui a tutti e successivamente hanno cartolarizzato all’inverosimile. Niente di più fuorviante! L’attuale scenario che stiamo vivendo non rappresenta infatti una crisi generale del sistema finanziario quanto piuttosto una fase terminale che scaturisce dalla convergenza delle conseguenze economiche e sociali causate dal WTO. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), nata dalle ceneri del GATT (un sistema multilaterale di accordi internazionali per favorire il commercio mondiale voluti dagli USA nel 1947 per controllare e dominare l’economia di tutto il pianeta) ha uno scopo principe ovvero promuovere la globalizzazione di tutti i mercati, tanto finanziari quanto alimentari. Un mercato globalizzato presuppone l’abbattimento di tutte le barriere commerciali (dazi e restrizioni doganali) unito all’abolizione dei sussidi all’agricoltura assieme alla libera circolazione dei capitali.
Proprio il WTO ha reso conveniente e possibile le tanto famigerate delocalizzazioni produttive che hanno rappresentato sia per gli USA quanto per l’Unione Europea un autentica emorragia di posti di lavoro e capitali a favore di paesi come la Cina e l’India che adesso vengono considerate le due fabbriche del pianeta. Le grandi corporations industriali, sfruttando le economie di scala attraverso i ridicoli costi di manodopera di questi paesi, hanno potuto in questo modo aumentare a dismisura i loro profitti a parità di output produttivo, il quale poteva venire assorbito solo dai mercati occidentali statunitensi ed europei. A fronte di questo diabolico arricchimento di pochi si è contrapposto un drammatico depauperamento in Occidente a causa della polverizzazione dei posti di lavoro ed a causa della concorrenza spietata di prodotti e beni di consumo importati che spazzano via per convenienza economica sul prezzo quelli autoctoni.
La trasformazione del tessuto sociale ed imprenditoriale tanto negli USA quanto in Europa, che adesso devono convivere con il mostro che hanno creato ovvero un esercito di impiegati ed operai senza alcuna prospettiva lavorativa ed una occupazione a singhiozzo, ha lentamente impoverito il paese creando nuove sacche di povertà e disagio sociale a ritmo costante. Solo con il ricorso al debito questi zombie globalizzati hanno potuto continuare a consumare come prima, fino a quando non si è raggiunta la saturazione finanziaria. Nessuno ha fatto ancora notare come in questi ultimi anni tutto è stato venduto a rate, dalle abitazioni alle vacanze alle isole tropicali, causa estinzione della capacità di risparmio, soprattutto nelle giovani generazioni. Il peggioramento dello scenario planetario porterà ad un consistente ridimensionamento dei fatturati delle imprese a cui faranno seguito un crollo del gettito fiscale ed un aumento vertiginoso della disoccupazione.
Le borse in questi termini ci possono aiutare a leggere il futuro: si comportano letteralmente come un termometro che misura la temperatura dello stato febbrile, i loro continui crolli rappresentano un sensibile ridimensionamento delle proiezioni degli utili attesi in futuro e quindi della capacità di fare profitto per le aziende nei prossimi anni. Dalla contrazione del credito bancario concesso alle imprese passando per il crollo del mercato dei consumi, le aspettative future sono tutt’altro che confortanti. Per comprendere la gravità di quanto stiamo vivendo vi voglio ricordare che durante la Grande Depressione degli anni Trenta oltre il 60 % della popolazione mondiale era impiegata nel settore primario (agricoltura) e le donne non avevano una presenza consistente nel mondo del lavoro visto che la società era organizzata attorno al modello della famiglia patriarcale. Oggi l’1 % del pianeta mantiene il restante 99 % sul piano alimentare, mentre la società è caratterizzata da una spiccata presenza della donna nel mondo lavorativo a cui si deve affiancare il modello di famiglia mononucleare che ha sostituito quella patriarcale. Se in futuro dovessimo descrivere all’interno di un libro quest’epoca infelice e la sua futura evoluzione, adesso ci troveremmo a leggere la prefazione.
tratto dal sito della rivista “Il Consapevole” http://www.ilconsapevole.it
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Sono perfettamente d’accordo con Benetazzo che già con il libro “Duri e puri” del 2004? indicava le cause di quello che stava accadendo e veniva preso per … Grillo o Travaglio. Ma per piacere…!!
Carissimi,
naturalmente chi dice la verita’ come fa Benetazzo, e’ sempre screditato dal sistema. Ma il “Sistema” da chi e’ fatto? Andiamo all’ origine poiche’ e’ l’ unico modo per capire, per superare l’ arrabbiamento contro il sistema, e vedere oltre ad esso. A cosa mi riferisco? Il “Sistema” e’ formato dall’ egoismo, dall’ interesse privato sull’ interesse pubblico. Sul portare a casa ad ogni costo, dal volersi arricchire a dismisura alla faccia degli altri, lo sapete che in Italia il 10% delle famiglie detiene il 70 % della ricchezza nazionale? Lo sapete che le auto di piccola cilindrata sono solo il 10% del parco macchine nazionale? TUTTI noi dico TUTTI predichiamo bene ma non siamo disposti a rinunciare a nulla! TUTTI e dico TUTTI noi se ne abbiamo l’ occasione, ne approfittiamo alla grande. Lo sapete che sistematicamente sono stati ignorati i bisogni dei lavoratori e pensionati, gente che come tanti di noi campa come prestatori d’ opera? In pratica c’ e’ stato dal 2000 ad oggi, e non si fermera’, l’ impoverimento dei redditi fissi, l’ aumento delle materie prime e degli alimentari. L’ anno scorso (2008) abbiamo avuto per un intero anno un’ inflazione altissima, e un costo della vita altissimo, miscela esplosiva per i redditi fissi. La depressione che stiamo vivendo e’ dovuta al fatto che i consumi non possono essere piu’ sostenuti ne’ dai prestiti bancari ne’ dalla ricchezza che i nostri padri hanno accumulato, abbiamo rasciato il fondo del barile . Lo so questo suona come comunista, ma non e’ questo che voglio dire. Quello che voglio dire e’ che dobbiamo ritrovarci che dobbiamo fondare delle comunita’ dove possono convogliare molti individui mettendo le proprie esperienze e risorse a disposizione e beneficiando a loro volta di quelle altrui, ottimizzando i costi per vivere. Smettiamo di pensare alla nostra bottega e cominciamo a pensare di dividerla con gli altri, dobbiamo lasciare il nostro egoismo e cominciare ad aprirci. L’ unico modo per poter affrontare cio’ che ci aspetta e’ di riconsiderare il nostro modello di vita e cominciare ad inventarne un’ altro, fondato su un modello di solidarieta’ e di apertura. Riusciremo a farlo? io me lo auguro e ho cominciato a farlo.
Mi fanno veramente pena gli esperti, i giornalisti, i potenti, gli opinionisti, gli esperti finanziari ecc. E’ una piovra che nutre se stessa producendo nulla, un po’ come l’ industria del calcio, anche se nessuno guardasse la partite il calcio proseguirebbe nei suoi interessi e attivita’ senza problemi. D’ altra parte tutti abbiamo visto la rivolta di popolo affinche’ il Signor KAKA rimanesse al Milan, ma nessuno si sognerebbe di fare una manifestazione per permettere ai precari (COCOCO, telefonisti e simili) TUTTI i precari di ogni mestiere di essere regolarizzati in un lavoro a tempo indeterminato, ma il sistema e’ cosi perverso che pur avendo bisogno e interesse che i consumi vengano stimolati non e’ disposto a dare le risorse affinche’ il popolo possa effettivamente consumare. Allora smettiamo di guardare la televisione, smettiamo di credere ai miracoli degli imbonitori e cominciamo a vedere cosa possiamo fare tra di noi per noi. In bocca al Lupo