NON SEMPRE È… NATALE
Non lo è nelle famiglie che non sono cristiane e oggi ai bambini va spiegata l’esistenza di religioni diverse
Arriva il Natale e a scuola come in famiglia i bambini iniziano a vivere l’atmosfera di festa, preparandosi al 25 dicembre con canzoni e poesie inerenti alla nascita di Gesù. Non solo, nella maggior parte delle case, viene addobbato l’albero di natale e allestito il presepe. Si preparano strofe di canzoncine da cantare alla vigilia, si provano recite da interpretare l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Ma usi e costumi tipici della nostra tradizione cristiana, non sono sempre condivisi tra le famiglie che ci circondano, nella case dei bambini che vanno a scuola con i nostri figli. In una società multiculturale è importante tenere in considerazione una diversità che è ricchezza.
Il Natale è dei cristiani
Per i cattolici il Natale è la festività che celebra la nascita di Gesù, Figlio di Dio. Cade il 25 dicembre e il suo nome deriva dal latino “natalis” che significa appunto natalizio, relativo alla nascita. Per gli ortodossi questa festività cade il 7 gennaio, come da calendario giuliano, in ritardo di 13 giorni sul quello gregoriano in vigore nel resto del mondo. La cena del 6 gennaio (che corrisponde al nostro 24 dicembre) non è ricca come la nostra, non sono ammessi piatti di carne o a base di latte, ma solo uno o due pietanze che hanno il solo scopo di ricordare al commensale il “sacro evento”. I testimoni di Geova, come anche gli ebrei, non festeggiano per niente il Natale. I primi perché gli attribuiscono origini pagane, i secondi perché non riconoscono Gesù come Dio e Messia. Per i musulmani, infine, figure come Gesù e Maria sono ritenute molto importanti, tuttavia il Natale non è considerato una festa sacra, perché riconoscono come Messia solo Maometto.
Quando la diversità va spiegata
Non per tutti, dunque, il 25 dicembre è Natale. Ed è possibile che i nostri figli si trovino già oggi a doversi confrontare con la diversità e la ricchezza di una società multirazziale e multiculturale. È importante, dunque, rispondere con chiarezza e serenità ai loro dubbi e alle loro domande: “Perché il mio compagno di banco non fa il presepe a casa? Perché il mio migliore amico non festeggia il Natale?”
I bambini, nella loro ingenuità, sono i primi a farsi domande sulle diversità che percepiscono intorno a loro ed è giusto, a partire proprio dai banchi di scuola, dare avvio a un dialogo. Proprio a scuola i bambini e i ragazzi infatti sono più disposti alla condivisione e all’amicizia. La crescente presenza nelle scuole di bambini di altre religioni ed etnie differenti deve essere un’occasione per educare alla reciproca conoscenza e alla pacifica convivenza fra popoli.
Come genitori dobbiamo cercare di collaborare con la scuola e provare, in un clima aperto e di confronto, a far comprendere ai nostri figli il riconoscimento e la valorizzazione dell’identità di ciascuno, tutelando però sempre le nostre radici religiose che non possono essere né dimenticate né cancellate. È giusto raccontare ai bambini che per la nostra religione il 25 dicembre è nato Gesù, Figlio di Dio. L’importante è spiegargli che le diversità esistono e vanno accettate. Ciascuno di noi interagisce con persone differenti, ognuna delle quali ha un proprio spazio che non va oltrepassato.
Il tema religioso deve avere lo spazio che merita, soprattutto nel periodo natalizio, dove più profonde possono essere le differenze. Sarà allora educativo parlare ai nostri bambini di religioni, di radici cristiane e relazioni con l’Islam o altri credo, del valore delle tradizioni religiose e delle specificità delle diverse fedi per aiutarli a crescere con consapevolezza e per fornire loro gli strumenti giusti per entrare nel “mondo dei grandi”.
01-12-2008
Sara Ferrar
Un sincero augurio personale per
una rinnovata preparazione al Natale dalla vostra Maggy
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Rudolf Steiner
Per la fondazione della Società Antroposofica Universale 1923/24 |
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«Da parte di colui che vuole unirsi a questa Società, non viene richiesta l’adesione ad alcun principio, non gli viene imposta dogmaticamente alcuna professione di fede, alcuna convinzione scientifica, alcun indirizzo artistico; gli viene soltanto richiesto che si senta a suo agio nell’essere collegato con quanto avviene al Goetheanum.» Il programma del convegno, gli atti, le conferenze, le discussioni e i ritmi di meditazione della Pietra di fondazione. Il programma del Convegno, gli atti, le conferenze, le discussioni e i ritmi interiori di meditazione della “Pietra di fondazione”. |
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Il natale non è solo oggi.
Rappresenta la rinascita di Gesu’ e per noi evangelici il Signore nasce nei ns cuori ogni giorno, regalandoci la pienezza di spirito e gioia e pace alla ns anima.
Ci allontaniamo da tutte queste tradizioni per testimoniare che Gesu’ non vuole tutto questo spreco che ci circonda ma bensi’ un animo semplice e puro che è pronto ad adorarlo in ogni giorno della ns esistenza e non come tanti che aspettano simbolicamente “quel 25” per ricordarsi di QUALCUNO che per noi ha dato la vita….